Vendemmia 2017: come aumenterà il prezzo del vino
Il costo del vino aumenterà nei prossimi mesi: ecco lo scenario
Il 2017 sarà ricordato come un anno molto particolare per la vendemmia. Già da fine estate infatti, si preannunciava una situazione drammatica per i produttori vitivinicoli italiani: la siccità prolungata, i fenomeni metereologici estremi, come la grandine a più riprese e le ghiacciate durante il periodo di aprile, hanno rovinato parte dei raccolti e hanno causato un grave calo nella produzione vitivinicola. Meno uva: questo è stato il punto di partenza davvero difficile di questa annata che ha messo a dura prova tutto il comparto. La conseguenza di una vendemmia scarsissima è l’aumento dei prezzi sui mosti e sui vini 2017.
Basta guardare i prezzi delle borse delle relative camere di commercio in cui si stabiliscono i prezzi all’ingrosso e si vede chiaramente che tutti i listini sono saliti notevolmente. Si tratta di un processo obbligato per le aziende che, loro malgrado, dovranno affrontare: pochissimo vino che deve soddisfare una domanda stabile. Questo riguarderà sia i vini delle aree più pregiate, ma soprattutto i vini d’annata e generici (rosso, bianco e varietali).
Mancanza di prodotto: le cause principali
Se il 2016 si era preannunciato fin da subito come un anno favorevole, il 2017 passerà alla storia come l’anno con la vendemmia più scarsa degli ultimi tempi. La situazione ha coinvolto anche altri paesi del mondo, ma è l’Italia ad aver scontato la pena più cara.
Le giacenze nelle cantine erano comunque stabile e, diminuendo la quantità di uva effettiva raccolta, è diminuito di conseguenza anche il vino prodotto in tutto il Paese . Alcune tra le regioni più colpite sono state la Toscana, l’Umbria, il Veneto, le Marche, l’Abruzzo e il Trentino: questo calo nella produzione genererà, si stima da primi sondaggi effettuati sui viticoltori delle aree interessate, un progressivo aumento nel prezzo finale del vino davvero notevole. C’è infatti un altro fattore che incide sulle quantità di vino prodotto: se normalmente l’uva pressata genera circa il 70% in vino, quest’anno la percentuale si aggira sul 50%. Infatti gli acini di uva erano disidratati a causa della prolungata siccità (meno polpa e prevalenza di buccia) e questa eccessiva disidratazione del grappolo ha fatto sì che anche le fermentazioni nelle cantine siano state delle vere gare ad ostacoli per i produttori.
Meno vino, prezzi più alti
La mancanza di prodotto generata da un minor quantitativo di uva e da una minore resa degli acini, causerà inevitabilmente un forte incremento dei prezzi. L’aumento oscillerà da un minimo del 10% fino a circa il 30% e riguarderà tutte le tipologie di prodotto. Gli aumenti saranno concentrati soprattutto su quelle tipologie più economiche dei vini base rossi e bianchi oppure i relativi varietali (sangiovese,chardonnay ,ect ect ). Ovviamente per i vini più pregiati, la variazione di prezzo sarà meno marcata sia per il prezzo più elevato di partenza sia per la predisposizione alla spesa maggiore da parte del consumatore.
Written by Anna Fornaciari