Tra le mura cittadine spunta l’antico vino di Siena

Siena riavrà presto il suo vino storico, quello dei suoi specifici vitigni autoctoni. A garantirlo le tracce sopravvissute per secoli negli spazi suburbani e soprattutto all’interno delle stesse mura cittadine, tra gli orti delle contrade e dei conventi.

All’origine della scoperta e degli studi che ne sono seguiti, il progetto “Senarum Vinea, le vigne storiche di Siena”, partito nel 2007 con il sostegno dell’Università cittadina, delle amministrazioni locali e dell’Associazione Nazionale Città del Vino. Nel gennaio scorso sette vitigni sono stati analizzati presso l’Istituto Agrario di Siena “Bettino Ricasoli”, dove erano stati messi a dimora e poi, al termine del processo di microvinificazione, degustati dagli esperti; e con risultati davvero significativi.

Tre le uve a bacca rossa che hanno superato le selezioni: Giacchè, Gorgottesco e 7cm, quest’ultimo ancora di origine ignota e quindi denominato in maniera decisamente temporanea. Il Giacchè, da un invitante colore rosso rubino e dal profumo intenso con note di frutta rossa, ha dimostrato forza e persistenza, con tutte le credenziali per diventare grande. Il Gorgottesco, meno intenso e meno strutturato, si è dimostrato un’ottima soluzione di buona beva, anche come varietà da uvaggio. Il vitigno 7CM ha sviluppato invece un colore rosso rubino intenso, fitto, ma non trova nell’intensità al naso o nella struttura le sue doti migliori. Ha però le caratteristiche perfette del vino da taglio, grazie al colore deciso e alla buona acidità.

Tutti i vitigni antichi analizzati sono stati custoditi dall’Azienda “Castel di Pugna” del Conte Luigi Fumi Cambi Gado, che produce un ottimo Chianti dei Colli senesi in un luogo storico poco fuori città. L’enologo Valerio Castellini parla di ottimi risultati qualitativi arrivati anche dal vitigno Mammolo e dall’antico clone del Prugnolo Gentile, una delle famiglie di Sangiovese, quella da cui nascono i vini di Montepulciano.

Nei prossimi anni potremmo dunque avere l’occasione di gustare il vino senese più antico, il più originale, nel solco di una generale riscoperta di vitigni autoctoni e delle tradizionali tecniche di coltura che, da anni, è in corso sia in Italia che in Francia.

Inoltre questa scoperta apre delle prospettive di natura culturale e turistica, con la creazione di veri e propri enotrekking cittadini ma, soprattutto, qualcuno già comincia a sognare, in un futuro non troppo lontano, il riconoscimento di un Vino DOP Siena.