I migliori 100 vini del mondo secondo “Wine Spectator”. Sei i toscani, di cui cinque senesi

Sono stati cinque i vini senesi arrivati tra i migliori 100 del mondo, selezionati come ogni anno tra  le migliaia di etichette valutate dagli esperti della prestigiosa rivista americana di settore “Wine Spectator”.

Magnifica affermazione per il Brunello di Montalcino 2012 dell’Azienda “Casanova di Neri”, che si è piazzato al 4° posto assoluto. Il Brunello di Montalcino 2012 della Cantina “Altesino” si è invece classificato all’11° posto, mentre al 20° troviamo il Brunello di Montalcino 2012 dell’Azienda “San Felice”, ricavato dalle uve della “Tenuta di Campogiovanni”. 46° posto per il  Rosso di Montalcino 2015 della Tenuta “Il Poggione”, mentre all’84° c’è la Vernaccia di San Gimignano 2015 della “Tenuta Le Calcinaie”.

Complessivamente questa “Top 100” non è stata un trionfo per le etichette italiane, che hanno registrato solamente 16 vini in classifica, contro i 18 del 2016. Oltre ai 6 toscani (i 5 senesi e il Cabernet Maremma Toscana 2013 “Mazzei” della Tenuta Belguardo), ci sono 2 piemontesi (un Dogliani e un Barbaresco), 2 vini veneti (un Soave Classico e un Valpolicella Classico Superiore), 2 vini campani (un Aglianico dell’Irpinia e un Greco di Tufo), un vino siciliano (Nero d’Avola), un vino umbro (Sagrantino di Montefalco), un vino delle Marche (Verdicchio dei Castelli di Jesi) e un vino calabrese (vari vitigni locali).

Ad arrivare in prima posizione assoluta è stato un Merlot californiano del 2014 (“Duckhorn” della Napa Valley, Three Palms Vineyard), affiancato nelle prime dieci posizioni da altri quattro vini americani. Una buona affermazione è stata quella complessivamente ottenuta anche dai vini francesi, con ben quattro etichette tra le prime dieci.

Wine spectator” realizza questa classifica dal 1988, ricorendo a criteri specifici di qualità, valore e disponibilità. E’ una valutazione molto considerata anche se non immune dalle polemiche che spesso rilevano una sproporzione di riconoscimenti a vantaggio dei prodotti americani. D’altro canto la rivista, nata negli anni ’70, è diventata nel tempo un punto di riferimento fondamentale all’interno del panorama mondiale del vino, protagonista di migliaia di degustazioni.