Aziende del vino italiane e gli acquisti a cifre stellari

Gli ultimi acquisti di aziende italiane del vino vendute a cifre stellari!

Il Made in Italy sta vivendo un momento di grande difficoltà, questo è confermato dagli esperti, ma soprattutto da Coldiretti che monitora l’andamento e le prospettive delle aziende italiane dell’agroalimentare e del settore vitivinicolo. Non sono solo i grandi brand di moda o di telecomunicazione ad essere stati venduti all’estero a cifre stellari, tra cui Frau, Krizia, Valentino e Missoni, ma anche quelli dell’enogastronomia italiana. Tra i primi ad essere stati venduti c’erano Buitoni e Perugina, ma ora anche le aziende del vino sono state colpite da questo fenomeno.

Le aziende vinicole italiane diventate estere

Anche tra i grandi vini italiani, divenuti famosi in tutto il mondo per l’eccellenza nella produzione, alcuni sono diventati esteri. Una notizia che ha fatto parecchio scalpore è stata quella della vendita di un’azienda del Chianti Classico a investitori cinesi. Si tratta di Casanova – La Ripintura, una cantina situata nella DOCG del Gallo Nero, a Greve in Chianti, che è passata nelle mani di un imprenditore di Hong Kong per circa 2 milioni di euro. Sempre nella stessa zona, tempo prima, era toccato all’azienda vinicola Ruffino, acquistata però da un’impresa americana chiamata Constellation Brand che aveva pagato circa 50 milioni di euro, garantendone sempre la stessa produzione. L’azienda si trova in provincia di Firenze e in particolare a Pontassieve, un’altra zona particolarmente interessante per gli investitori esteri. Anche il famoso spumante Gancia non è rimasto indenne dagli acquisti esteri e il suo capitale è passato nelle mani russe per circa 100 milioni di euro. L’acquirente è stato il re della vodka Roustam Tariko. La scelta è stata dettata da un periodo di prolungata difficoltà da parte dell’azienda che aveva già registrato perdite e debiti nel corso degli ultimi anni: basti pensare che la famiglia fondatrice era uscita dalla gestione operativa già nel 2008. Il caso degli spumanti Cinzano e del brand Aperol invece è stato piuttosto curioso: prima erano stati acquisiti all’estero e in seguito la Campari, proprietaria di entrambi i marchi, li ha riacquistati riportandoli sul suolo nazionale.

Sulla strada dell’acquisizione estera sono anche i vini bianchi fermi come il Vermentino sardo di Sella&Mosca e la Vernaccia di Terozzi&Puthod che dalla proprietà di Campari sono passate in mano a una società bresciana con capitali di Hong Kong.

H2: Il futuro del vino italiano

Malgrado le recenti acquisizioni di alcune delle più grandi cantine italiane, il settore vinicolo nazionale vive ancora di grande floridità e ha un enorme potenziale di crescita. Il Nord America è sicuramente il mercato più interessante per quanto riguarda l’export dei vini italiani, ma ci sono nuovi paesi che si affacciano e possono diventare un importante sbocco. Il futuro del vino italiano risiede quindi sempre di più non solo nei consumi locali, ma anche e soprattutto nell’export: d’altronde si sa che gli stranieri amano il nostro vino, le nostre tradizioni e l’esperienza nella vinificazione. Oltre a questo, anche l’enoturismo gioca un ruolo decisamente importante e contribuisce sempre di più a far conoscere il valore del vino italiano ai viaggiatori di tutto il mondo che visitano il Bel Paese.

 

Written By Anna Fornaciari