Timorasso, il grande vino dalle terre di Fausto Coppi

Il Timorasso è un vitigno autoctono a bacca bianca tipico dei Colli Tortonesi, in provincia di Alessandria. Ed entra ormai a pieno titolo tra i grandi vini piemontesi e italiani in genere.

Con una lunga storia alle spalle, che parte dal Medioevo, il Timorasso è stato per decenni quasi abbandonato, a causa di una ridotta capacità produttiva e di una certa difficoltà di adattamento ma, a partire dalla fine degli anni ‘80, è stato riscoperto e valorizzato. Ed è tornato a regalare a chi lo degusta sensazioni uniche, di grande freschezza, mineralità e notevole struttura; elementi che gli consentono di invecchiare con personalità. Attualmente viene prodotto come Colli Tortonesi Timorasso Doc, nei comuni compresi in particolare tra le valli Curone, Grue, Ossona e parte della val Borbera.

La prima azienda da segnalare è “Marina Coppi”, nel piccolo comune di Castellania. Il cognome non può che riportare ad una leggenda dello sport, quella del più grande ciclista di tutti i tempi, Fausto Coppi, che qui è nato nel 1919. E infatti “Marina” è il nome della figlia de “Il Campionissimo” mentre il nipote imbottiglia Timorasso con l’etichetta “Fausto” o, dopo il passaggio in legno, con quella di “Gran Fostò” come i francesi chiamarono il vincitore del Tour de France nel 1949, che poi replicò nel 1952. Prodotti eccellenti da 30mila bottiglie complessive con quelle di altre uve, come Barbera e Nebbiolo.

Tra le aziende vinicole che producono Timorasso va certamente segnalata “Claudio Mariotto”, nata nel 1920 nel borgo di Vho. E’ stata tra le prime realtà che, negli anni ’90, ha riscoperto e ha scommesso su questo vino e oggi si caratterizza con etichette come “Derthona” (nome romano di Tortona comune a molte aziende locali) e il noto “Pitasso”. Accanto a queste anche quelle di Barbera e poi di altre uve tipiche del Piemonte orientale e sudorientale come Cortese, Freisa, Dolcetto e Croatina. 100mila bottiglie la produzione complessiva.

Vigneti Massa” a Monleale, cantina nata alla fine del XIX secolo, è probabilmente il nome più associato alla riscoperta del Timorasso. Walter Massa, enologo e uomo di grande cultura, viene infatti considerato il “padre” di questo ritorno. Anche in questo caso con l’etichetta “Derthona”, come consigliato dal Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi per dare ulteriore riconoscibilità al prodotto, accanto agli altri vitigni tipici, tra cui un grande Moscato, per una produzione complessiva di 130mila bottiglie.

Nel piccolo borgo di Vho c’è “La Colombera”, dove hanno cominciato a piantare Timorasso nel 1998, anche se l’azienda esiste dalla fine degli anni ’30 e solo dagli anni ’70 comincia realmente a imbottigliare il vino di varie uve, fino alle 80mila bottiglie di oggi. Anche in questo caso c’è l’etichetta “Derthona” e poi l’ottimo “Montino”, nato per invecchiare.