Le Colline del Chianti, paradiso del vino

Intorno a Firenze si sviluppano alcune delle aree vitivinicole più importanti della Toscana e dell’Italia intera. Dalle più rinomate a quelle meno note, si parla comunque di areali che rappresentano un vero e proprio paradiso delle uve.

Il primo pensiero vola inevitabilmente alle Colline del Chianti, rilievi di origine strutturale che si estendono tra le province di Firenze, Siena e Arezzo e che devono la propria fama in gran parte allo storico vino che proprio da queste zone prende il proprio nome. Stiamo infatti parlando di uno dei prodotti del made in Italy tra i più noti al mondo, per tanto tempo identificato dal tipico fiasco, vero e proprio simbolo locale. Milioni oggi le bottiglie prodotte e che vengono esportate in più di 130 paesi del mondo.

L’areale Docg del “Chianti Classico” vede le sue vigne distendersi tra i borghi medievali, gli oliveti e i castagneti compresi tra le province di Firenze (Greve in Chianti, San Casciano Val di Pesa, Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa) e Siena (Radda in Chianti, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Castelnuovo Berardenga e parte del territorio di Poggibonsi). Rigorosamente con il marchio “Gallo Nero” del Consorzio di tutela, questo vino viene ricavato tradizionalmente dalle uve Sangiovese (minimo 80%), vitigno antichissimo noto già agli Etruschi. A questo si aggiungono altre tra le uve rosse più diffuse in zone che sono all’origine del famoso vino, come testimonia la menzione “Classico”. Il risultato è una grande eccellenza toscana dotata di struttura e maggiormente predisposta all’affinamento rispetto al Chianti di altre zone. Il “Vin Santo del Chianti Classico” a base di uve Trebbiano Toscano, Malvasia bianca lunga e Sangiovese è il compagno perfetto della tradizionale pasticceria secca toscana ed è anche un ottimo vino da meditazione. Nota anche qui la tipologia “Occhio di Pernice”.

Il “Chianti Docg” interessa invece un areale decisamente più ampio e che va a caratterizzare diversi territori collinari toscani: i Colli Aretini, i Colli Senesi, le Colline Pisane e, naturalmente i “Colli Fiorentini” che circondano il capoluogo. L’uva principe è sempre il Sangiovese, che in questo caso deve essere minimo il 70%, alla quale affiancare i Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot e Canaiolo. Trebbiano e Malvasie sono invece le uve tipiche dei bianchi. Il Chianti Rosso è un vino fresco e fruttato al naso, molto adatto ad alcuni dei più tradizionali preparati della gastronomia toscana e fiorentina. Non manca anche in questo caso la denominazione “Vin Santo del Chianti”, Doc passito.

Altre tre sottozone Chianti Docg sono invece legate al nome di territori più ristretti, sempre dell’area fiorentina. Innanzitutto il “Chianti Rùfina” Docg (la sottozona più piccola che si trova intorno al comune omonimo collocato 30 km a est del capoluogo toscano); quindi il Chianti “Montespertoli” (dal nome del borgo medievale collocato tra la Val di Pesa e la Val d’Elsa) e infine il “Montalbano” (dalla catena montuosa ricca di storia condivisa dalle province di Firenze, Prato e Pistoia).

Nelle stesse splendide ed alte colline del Chianti Rùfina (400/750 metri), quelle dei comuni di Pontassieve, Pelago, Rùfina, Londa e Dicomano, si trovano alcune tra le pievi romaniche più belle della Toscana. Qui si vinifica un bianco anomalo, soprattutto a base di uve Pinot Bianco e Chardonnay. Si tratta della Doc “Pomino”, alla base di vini freschi e profumati e dotati di una buona struttura. Presente ovviamente il vino rosso a classica base Sangiovese ma spesso insieme a Pinot Nero e Merlot. Il risultato è quello di bere vini eleganti ai quali non manca la struttura, e che evidenziano profumi fruttati e speziati.

In tutte le zone del Chianti e anche in altre troviamo la Doc “Colli dell’Etruria centrale”, distinta in varie tipologie e forte del contributo di tutte le principali uve del territorio, sia bianche che rosse. Come in molti Chianti di cui è una tecnica tradizionale di vinificazione, anche nei vini di questo ampio areale è ammessa la tecnica toscana del “governo”, vale a dire l’aggiunta di mosto (da uva fatta appassire precedentemente) al vino principale che ha appena finito la fermentazione, provocandone una seconda.

Con le stesse uve, seppure in diverse proporzioni, l’area geografica fiorentina vanta altre denominazioni importanti anche se più specificamente riferibili alla provincia di Prato: il Carmignano Docg” e il “Barco Reale di Carmignano Doc”. Mentre  nella zona di Empoli troviamo la Doc “Bianco dell’Empolese”, da secco a dolce (Vinsanto) e a base di uve Trebbiano (80%) e Malvasia.