Week-end a Dogliani. Qui il vino è anche nel nome

La leggenda dice che il dio romano Giano, in visita sulle colline di Dogliani, rimase molto colpito nel bere da una coppa il buon vino locale. In questo modo alcuni spiegano le origini del nome, Dolium Jani. Altri, invece, lo fanno risalire a Dolium Januae, coppa di Genova, considerando i tradizionali commerci con quella città. D’altro canto inizialmente quest’area era abitata proprio da popolazioni liguri, poi arrivò la dominazione romana quindi il controllo di vari casati, degli Spagnoli, dei Francesi e infine dei Savoia. Comunque sia: che la coppa fosse quella di Giano piuttosto che quella per portare il vino a Genova, appare chiaro quale sia il prodotto che più di tutti rappresenta l’identità di questa cittadina di poco meno di 5mila abitanti.

Collocato nelle Langhe sudoccidentali, quelle che vanno ad unire la zona del Barolo a quella dell’Alta Langa, Dogliani è dunque un bel borgo della provincia di Cuneo, attraversato dalla cultura e dall’architettura di secoli diversi, con i resti del Castello medievale sulla collina, il suo centro storico di chiese e palazzi che deve molto allo stile del famoso architetto ottocentesco Giovanni Battista Schellino, la Parrocchiale Santi Quirico, la duecentesca Torre Civica (che ha subito molti cambiamenti), l’imponente Ospedale Civico, l’ingresso monumentale al Cimitero, l’antichissima Chiesa di S. Lorenzo (XI secolo) e la Confraternita dei Battuti, settecentesco capolavoro barocco.

Quindi il vino è sempre stato l’anima di questi luoghi. Qui e in altri 20 comuni circostanti si sviluppa infatti l’area Docg del Dolcetto di Dogliani che, per altro, non è certo lontana da quella del Dolcetto di Diano d’Alba Docg. Non è un caso visto che, come noto, in Piemonte sono davvero tante le zone vocate per il vino. Basti ricordare non solo le Langhe del Barolo, del Barbaresco e del Roero ma anche il Monferrato del Barbera, del Dolcetto di Acqui e di Ovada e del Cortese, o l’Astigiano del Barbera e dello Spumante, solo per citare gli esempi più noti.

Proprio sulle Colline di Dogliani spicca la produzione dell’Azienda “Cozzo Mario”, sviluppatasi intorno ad una cascina del XVIII secolo. Una lunga tradizione produttiva che concentra buona parte dei suoi 10 ettari di vigneti tra i 400 e i 500 metri s.l.m. e nella coltivazione dell’uva Dolcetto, destinata alle bottiglie di “Madonna delle Grazie” e “Dusin”. Ma la cantina non esclude certo gli altri grandi vini delle Langhe come il Docg Roero Arneis, il Doc Freisa, il Doc Barbera d’Alba e, naturalmente, anche un Barolo. Tutti disponibili sulla nostra piattaforma FQ.

Il Piemonte e le Langhe sono poi terra di grandi eccellenze agroalimentari e di una gustosa tradizione culinaria. Sono decine i prodotti Dop e Igp di questa regione o che ne comprendono porzioni importanti di territorio. In questo contesto la provincia di Cuneo la fa decisamente da padrona; la cosiddetta “provincia granda”, in quanto la più vasta della regione e tra le più grandi in Italia, vede dominare in particolare i formaggi Dop come il Murazzano, il Castelmagno, il Bra, il Raschera, l’Ossolano e anche la Toma (più regionale) a cui si affiancano il Crudo di Cuneo Dop e il Fagiolo di Cuneo Igp. E poi la frutta; non solo la classica Nocciola piemontese Igp, ma anche le specifiche Mela Rossa e Castagna di Cuneo, sempre Igp.

Molto rappresentativa del territorio è decisamente la rete dei “Caseifici Perla”, situati in vari centri della zona (Savigliano, Racconigi, Murazzano, Frabosa Soprana e Saluzzo) e quindi in grado di proporre praticamente tutti i formaggi Dop locali.

Un paio di giorni in queste terre sono decisamente consigliati. E uno dei luoghi dove è possibile unire le varie esigenze di un soggiorno è sicuramente la “Enolocanda del Tufo”, che si trova proprio nei pressi di Dogliani; apprezzata trattoria dalla cucina tradizionale, è anche agriturismo con panorama sulle Langhe e azienda vinicola biologica con 13 ettari vitati e le uve più tipiche della zona.