Le sei patate più buone d’Italia

Le patate più buone d’Italia sono sei, almeno se consideriamo i prodotti certificati Dop e Igp. Tra il 2010 e il 2016 le due nuove Dop e le quattro nuove Igp hanno coinvolto più regioni: la Calabria, l’Emilia Romagna, il Lazio, la Puglia, l’Umbria, le Marche e l’Abruzzo; il tutto in un ideale percorso del gusto da nord a sud dello stivale.

Arrivata in Europa solo nei secoli successivi alla scoperta dell’America, dove viene coltivata da almeno 5mila anni, la patata si è gradualmente trasformata in un alimento fondamentale anche in Italia, lavorata, preparata e cotta in tanti modi saporiti e diversi, dai contorni agli gnocchi, passando per gli sformati, le torte salate e le focaccine. Ed è anche una fonte nutrizionale importante, perché ricca di vitamine e di fibre.

Le patate hanno anche utilizzi di tipo cosmetico, curativo, antimacchia e molto altro ancora. Ma è il gustoso utilizzo alimentare quello che più ci interessa e di questo parleremo attraverso i prodotti più buoni in Italia.

Dal 2010 la Patata della Sila ha ottenuto il marchio Igp ed è coltivata nelle terre suggestive dell’altopiano calabrese all’interno di una manciata di comuni. Ha caratteristiche culinarie ottime ed è perfetta per essere fritta grazie alla forte presenza di sostanza secca. E’ possibile assaggiare un esempio autentico e biologico al 100% di questo prodotto, grazie all’Azienda agricola “Serravalle” di Celico, in provincia di Cosenza, da quattro generazioni un riferimento per questo territorio.

Lo stesso anno ha ottenuto la certificazione Dop la Patata di Bologna. Si tratta di un prodotto dai sapori delicati e particolarmente versatile. E’ molto considerato dal territorio, tanto che esiste una Borsa Patate di Bologna. Coltivata in un’area ricca di torrenti è possibile acquistarla di alta qualità presso l’Azienda agricola “Minarelli” a Vedrana di Budrio che, pochi mesi fa, ha anche ospitato le celebrazioni per i 200 anni della coltivazione locale della patata.

Nel 2014 la Patata dell’Alto Viterbese è diventata Igp nell’area intorno al Lago di Bolsena, dagli anni ’70 perfettamente a suo agio con i locali terreni vulcanici ricchi di potassio. Di colore giallo, è coltivata in tipologie adatte ai diversi usi gastronomici ma dal sapore sempre intenso. Azienda di grande interesse, non solo per le patate, è sicuramente “Le Perle della Tuscia” che, nella zona di Grotte di Castro, produce legumi, cereali e dispone anche di una linea “vegan”.

La Patata Novella di Galatina in Puglia, nel Salento e sulle coste ioniche, è Dop dal 2015. E’ di colore giallo, ed è ottima sia lessata che fritta o arrostita ed è protagonista dell’import tedesco, tanto da rappresentare la prima esportazione per dimensioni in provincia di Lecce. Infatti esiste la varietà “sieglinde”, che è nata proprio in Germania. La “Cooperativa Acli” a Racale, raccoglie la produzione di tante piccole realtà e imbottiglia anche un eccellente olio extravergine di oliva.

Lo stesso anno è diventata Igp la Patata rossa di Colfiorito che interessa le regioni Umbria e Marche e le province di Perugia e Macerata. Buccia rossa e polpa gialla caratterizzano un prodotto coltivato a partire dai 470 metri s.l.m. e su terreni silicei. E’ nota per la compattezza e la tenuta della cottura. E’ adatta ad ogni tipo di preparazione. Lo possiamo verificare con la patata coltivata dalla Società agricola “Tenuta Mattioni” a Colfiorito di Foligno, che dispone di superfici molto ampie.

Il marchio Igp è di soli due anni fa (2016) ma la Patata del Fucino in Abruzzo ha una lunga storia ed è nota per la sua sapidità e la capacità di conservazione, oltre che per lo scarso contenuto di acqua. Si coltiva in diverse varietà, sia a buccia gialla che rossa, sopra i 600 metri di altitudine in 9 comuni della provincia di L’Aquila, tra i quali Avezzano da cui prendeva il nome precedentemente. Produzione tipica quella di un’azienda agricola che coltiva patate dal 1930. “Palma Lina” a Luco dei Marsi.

C’è solo l’imbarazzo della scelta.