Alla Xylella la Puglia risponde con 5 Dop e una nuova Igp regionale

Nelle prossime settimane la Puglia raggiungerà un altro prestigioso risultato in campo olivicolo con il riconoscimento dell’Olio di Puglia Igp. Un importante segnale di  forza utile anche a contrastare i gravi danni economici provocati dalla Xylella, il batterio che, trasportato da piccoli insetti, si sta insediando in milioni di piante facendole seccare. Negli ultimi anni il problema ha interessato ben tre territori provinciali ma, per ora, sembra possibile solo rallentarlo, ricorrendo ad insetticidi ed eradicamenti che isolino l’infezione; scelte che naturalmente trovano una diffusa ostilità sul territorio.

Ma la Puglia ha una storia lunga in termini di produzione di olio, che risale all’antica Grecia e che si percepisce da oliveti con piante talvolta millenarie; veri e propri monumenti. E oggi resiste ai problemi con prodotti, se possibile, ancora più di eccellenza, con una forte attenzione monocultivar. Sono tante le aziende (la maggiore concentrazione è quella nei territori di Bari e Barletta) che sono impegnate su decine di milioni di ulivi, per oltre 100mila ettari coltivati, capaci di sfiorare il 50% della produzione nazionale. Non a caso questa terra si pone in testa alla classifica delle regioni italiane a vocazione olivicola.

E infatti la Puglia ospita gli areali Dop di cinque oli Evo:  “Collina di Brindisi” (dal 1996); “Dauno” (dal 1997); “Terra di Bari” (dal 1997); “Terra d’Otranto” (dal 1998) e “Terre Tarentine” (dal 2004). A questi si aggiungerà, dalla prossima raccolta, il disciplinare della nuova Igp “Puglia“, che avrà come logo un’antica moneta romana con una donna che tiene in mano un ramo di ulivo.

L’Olio extravergine “Collina di Brindisi” nasce soprattutto dalle olive della cultivar Ogliarola (70%) e poi Cellina di Nardò, Coratina e altre varietà diffuse sul territorio. Con profumi e sapori fruttati risulta delicato, morbido e lievemente piccante. A Ostuni, la “Masseria Il Frantoio”, fattoria dal 1500 e oggi moderna azienda agricola e hotel-ristorante di alto livello, imbottiglia ottimo olio, con prodotti biologici, monocultivar e denocciolati.

L’Olio extravergine “Dauno” si richiama all’antica zona settentrionale pugliese che i Greci chiamavano Daunia e che comprende il Tavoliere delle Puglie, il Gargano e quindi la provincia di Foggia. La Dop viene accompagnata da quattro possibili “menzioni” con diverse caratteristiche gusto-olfattive: “Alto Tavoliere” (a base della delicata ed armonica cultivar Peranzana); “Basso Tavoliere” (soprattutto la piccante Coratina); “Gargano” (la fruttata Ogliarola) e “Subappennino” (Ogliarola, Coratina e Rotondella). L’“Azienda Agricola Paglione”, biologica, rappresenta una selezione importante di prodotti tipici dell’area, dall’olio Evo, al vino (Doc “Cacc’e Mitte Di Lucera”), ai pomodori e altro ancora.

L’Olio extravergine “Terra di Bari” ha invece tre possibili sottozone: “Castel del Monte” (80% Coratina), ” Bitonto” (Cima di Bitonto o Ogliarola Barese e Coratina), “Murgia dei Trulli e delle Grotte” (mimino 50% dell’antichissima e molto dolce cultivar Cima di Mola). L’ “Antico Frantoio Muraglia” ad Andria non guarda tanto alla certificazione quanto alle diverse tipologie di lavorazione, imbottigliando prodotti eccellenti, più o meno intensamente fruttati, biologici, affumicati, denocciolati, molto spesso con scelte monocultivar.

L’Olio extravergine “Terra d’Otranto” si richiama al nome antico della Penisola Salentina (Lecce, Brindisi, zona meridionale del Tarantino); da sempre una terra vocata per l’olio. Il prodotto, secondo disciplinare, deve essere per il 60% minimo a base delle cultivar Cellina di Nardò e Ogliarola, esprimendo sapori e profumi delicatamente fruttati. Quattro le generazioni che dal 1917 guidano l'”Azienda Olearia Congedi” a Ugento, in provincia di Lecce. Un’attività storica che oggi produce oltre al Dop locale, varie e apprezzate tipologie monocultivar.

Infine l’Olio extravergine “Terre Tarentine” (per l’80%  con olive Frantoio, Coratina, Leccino e Ogliarola), che è la Dop pugliese più recente. La sua produzione si concentra nella zona occidentale della provincia di Taranto, spesso lungo le coste ioniche. L’attività di “Tenuta Piantatella”, da oltre 50 anni a Statte (TA), è molto attenta al biologico e, ancora una volta, all’imbottigliamento di monocultivar.