Servire il vino sfuso al ristorante: come farlo con Fattorie di Qualità
La soluzione di Fattorie di Qualità per servire il vino sfuso nei ristoranti
Fino agli anni ‘90, la vendita di vino sfuso era ampiamente diffusa in tutti i ristoranti italiani. In generale nel mercato vinicolo, la prassi di acquistare il vino sfuso o in grandi damigiane era preponderante rispetto all’acquisto delle singole bottiglie. Con il tempo poi, si è diffusa sempre di più la consapevolezza da parte dei consumatori, che il vino sfuso, noto anche come “vino della casa”, fosse di qualità inferiore rispetto a quello servito in bottiglia.
Ancora oggi numerose trattorie e osterie continuano a servire il vino sfuso, ma è chiaro che chi vuole bere del vino di qualità non ordinerà la classica caraffa in vetro, quanto piuttosto una bottiglia con un brand rinomato e un packaging efficace.
Oggi però c’è una soluzione alternativa per servire il vino sfuso nel ristorante: con il sistema di Fattorie di Qualità, la qualità e il servizio diventano eleganti e di classe.
Come servire un buon vino sfuso al ristorante
Uno dei problemi maggiori del servire vino sfuso nei ristoranti è l’assenza di informazioni per il cliente su ciò che sta bevendo. Se fino a qualche decennio fa, il consumatore aveva una maggiore fiducia, oggi invece è diventato più attento e interessato a scoprire tutti i dettagli riguardanti il vino selezionato. Non basta più affermare che si tratti di vino rosso fermo proveniente dalla Toscana, ma è necessario fornire informazioni sulle origini del vino, in modo che se ne possa evincere la cantina di produzione, l’eventuale marchio di qualità, l’annata della vendemmia e i metodi di produzione.
Oggi tutto quello che si fa normalmente quando si servono le bottiglie, grazie all’etichetta, si può fare anche con il vino sfuso, grazie al sistema di Fattorie di Qualità che fornisce a ogni ristorante:
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la caraffa di design che può contenere 0,75ml o 0,375ml
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la carta di provenienza del vino selezionato
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il bag in box con vini di assoluta qualità, con un’origine certa di produzione.
In questo modo sia il ristoratore, sia il consumatore possono godere di tutti i benefici del vino come se fosse imbottigliato, ma servito sfuso, proprio come vuole la tradizione ristorativa italiana.
I vantaggi della bag in box
Il bag in box si sta diffondendo sempre di più in tutto il mondo. Se prima era considerata un packaging per vini di scarsa qualità, ora anche le cantine più rinomate stanno scegliendo questo imballaggio che permette una riduzione dei costi, una migliore conservazione del prodotto e una maggiore facilità di trasporto. Le vendite della bag in box sono in progressivo aumento e ad oggi si tratta di una soluzione molto innovativa per i ristoratori, ma anche per gli eno-appassionati, grazie a queste caratteristiche:
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durata maggiore: il vino non rimane a contatto con l’aria e si evitano possibili ossidazioni. Una volta aperto, il vino può durare fino a 4-5 settimane senza perdere la sua qualità;
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maggiore protezione: la sacca e la scatola proteggono il vino da sbalzi termici, fonti di luce e calore;
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risparmio economico: ovviamente grazie alla maggiore capienza, il bag in box permette anche di risparmiare rispetto all’acquisto delle bottiglie;
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ecologia: il bag in box può essere realizzato con materiali che possono essere riutilizzati;
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praticità e comodità: si trasporta facilmente e può essere conservata in modo da tenere meno spazio rispetto alle bottiglie;
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evita le alterazioni del vino, come ad esempio può accadere con le bottiglie nel caso del sentore di tappo;
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è adatto a tutti i tipi di vini.
Fattorie di Qualità ha sviluppato una valida alternativa per i ristoratori, garantendo prima di tutto la qualità e la sicurezza della provenienza dei prodotti per tutti gli eno-appassionati.
Written by Anna Fornaciari