In mountain bike alle Cinque Terre, nel regno della “viticoltura eroica”

Le immagini della terribile alluvione del 2011 che ha devastato la magnifica zona ligure delle Cinque Terre hanno fatto il giro del mondo. Vittime e danni che non potranno mai essere dimenticati. Oggi le Cinque Terre sono finalmente tornate a rappresentare quell’attrazione turistica che tutti conosciamo e che, fin dal 1997, è Patrimonio dell’Umanità tutelato dall’Unesco e, che dal 1999, è anche Parco nazionale.

Borghi medievali multicolore, ricchi di sapori e profumi

Stiamo parlando della terra che ospita i meravigliosi borghi medievali e multicolore, tra i più fotografati al mondo: da Monterosso, il più grande e attrezzato, passando per Vernazza, il più suggestivo con il suo porto a forma di anfiteatro, Riomaggiore scavato nelle rocce, Manarola arrampicato a picco sul mare, fino a Corniglia, il borgo più tradizionale e tipico. Le Cinque Terre sono quelle che vantano le suggestive scogliere sul mare, le colline aspre e apparentemente inospitali e anche sapori e profumi unici: dalle tipiche acciughine di Monterosso (che si possono trovare in tanti negozietti locali e nel punto vendita della Cooperativa “Le Ragazze del Parco” che si trova a Levanto e che si occupa direttamente della lavorazione), alle torte di verdura, alla pasta al pesto. E naturalmente ai tanti piatti di pesce semplici e profumati che ben si accompagnano al vino bianco “Cinque Terre” DOC, a base di uve autoctone come Bosco e Albarola, talvolta affiancate dal vitigno tipico della costa tirrenica, che è il Vermentino. Un vino che si caratterizza anche in base alla diversa presenza di uve provenienti dalle sottozone: “Costa de Sera”, “Costa de Campu” e “Costa de Posa”. Vale la pena di assaggiare il vino di una piccola azienda vitivinicola di qualità, come “Cantine Litàn, a Riomaggiore; un ettaro vitato e un “Cinque Terre Costa de Sera” estremamente elegante e profumato.

La viticoltura eroica nella terra dello “Sciacchetrà”

I vini delle Cinque Terre sono il frutto di una sfida senza tempo tra l’uomo e la natura., con le “terrazze” sostenute dai tipici muri a secco, teatro di una “viticoltura eroica”; quella nella quale i contadini piegano forti asperità naturali per riuscire a produrre vini di grande qualità. E in quelle ripide colline ancora oggi si può sentire il rumore tipico del trenino a cremagliera su monorotaia che spesso è ancora il mezzo più adatto per raggiungere le vigne. Caratteristiche uniche e perfettamente integrate nel famoso Sciacchetrà, DOC passito (sempre con uve Albarola, Bosco e Vermentino) che, nella produzione della piccolissima azienda (meno di un ettaro) “Terra di Bargon” di Riomaggiore, trova una delle sue massime e riconosciute espressioni. Lo Sciacchetrà è un grande vino, probabilmente il più noto e pregiato tra quelli liguri. Un nettare da abbinare a dolci tipici o anche perfetto da “meditazione”. Una grande complessità che emerge dalle stesse origini dibattute del nome: antico termine semitico per bevanda fermentata? Derivazione del dialetto ligure che indica la fase di pigiatura dell’uva?

In mountain bike tra paesaggi mozzafiato

Le “Cinque Terre” rappresentano l’occasione ideale per chi vuole passare un weekend tra profumi e sapori del passato. E sono fantastiche in bicicletta. Naturalmente stiamo parlando soprattutto di mountain bike, certamente più adatte a terreni scoscesi e a sentieri ricchi di salite e di discese immerse tra le vigne. Come il Sentiero Azzurro tra Riomaggiore e Monterosso. O ancora la via dei Santuari, che unisce i cinque edifici di culto della zona. E poi la stessa Litoranea, 40 km di stupendo panorama, da Levanto a La Spezia. Se non si è sicuri del proprio livello di allenamento, si può sempre ricorrere alle biciclette a pedalata assistita, come quelle di “Ebikein”, noleggiabili a Levanto per mezza giornata o per più giorni consecutivi.

Le Cinque Terre meritano, perché hanno tutto: dai paesaggi mozzafiato, ai borghi antichi e suggestivi, ai luoghi della spiritualità, fino ai sapori e ai profumi di un tempo.