Nasce il “MemorVino”, il bicchiere che ti ricorda cosa hai degustato

“Wenda” è una start up emiliana davvero innovativa, nata nel 2015 e che opera nel campo della tecnologia a servizio dell’agroalimentare. Grazie alle intuizioni dei suoi ricercatori, è nato così il “MemorVino”, che si candida ad essere protagonista del settore IoT (Internet of Things), l’Internet delle Cose, quello dei cosiddetti oggetti connessi.

Il “MemorVino” è un calice “on line” da utilizzare in occasione di eventi di degustazione o nella organizzazione e comunicazione di programmi di ospitalità in cantina. In pratica il bicchiere dispone di un sensore che viene riconosciuto da un lettore a disposizione dell’espositore. In questo modo vengono registrati e aggregati i dati di tutti i vini assaggiati, a partire dalle schede tecniche. E al termine di questa originale esperienza fisica e digitale, appassionati, produttori ed espositori possono contare su un comodo resoconto inviato direttamente sulla propria email. Gli stessi organizzatori dell’evento hanno l’opportunità di accedere ad un utile strumento di valutazione sull’andamento dell’iniziativa. L’innovazione è già stata protagonista di eventi e appuntamenti sparsi in tutta Italia.

E’ facile intuire come questo “calice intelligente” possa rappresentare la porta di accesso per una serie di sviluppi e applicazioni che integrino la fase dell’assaggio con quella dell’acquisto o che facilitino le indagini di mercato, la profilazione dei gusti e delle attitudini dei clienti, e chi più ne ha più ne metta.

Nell’ambito dell’industria agroalimentare sono sempre più numerose le innovazioni. C’è il “tappo intelligente” della multinazionale italiana “Guala Closures Group”, che trasmette su vari dispositivi (smartphone, tablet, computer) numerose informazioni e dati sul contenuto della bottiglia. E c’è il servizio di Elaisian, che usa la tecnologia per prevenire malattie ed ottimizzare l’irrigazione e la concimazione degli olivi riducendo i costi ma garantendo produttività e qualità. Interessante anche il lavoro della milanese “GreenRouter”, che misura l’impatto ambientale dei trasporti e scommette su una logistica più “verde”. E ancora “Authentico”, la startup napoletana che ha creato l’app gratuita in grado di smascherare il falso “made in Italy” nei prodotti enogastronomici.