Altamura: la lenticchia diventa Igp ma le eccellenze sono tante

La Lenticchia di Altamura è stata iscritta nel registro europeo delle Indicazioni Geografiche Protette. Ad averlo certificato la Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. 337, poco prima del Natale scorso.

Si tratta di un grande successo per un intero territorio, quello dell’area che circonda il noto altopiano carsico delle Murge (che significa pietra, roccia). Per la regione Puglia, in provincia di Bari, sono interessati i comuni di Altamura, Ruvo di Puglia, Corato, Gravina in Puglia, Poggiorsini, Cassano e Santeramo in Colle. In provincia di Barletta-Andria-Trani ci sono quelli di Minervino Murge, Spinazzola e Andria. Passando in Basilicata sono invece interessati i territori comunali di Montemilone, Genzano di Lucania, Palazzo San Gervasio, Banzi, Forenza e Tolve in provincia di Potenza, mentre in quella di Matera lo sono Irsina, Tricarico e lo stesso capoluogo. Una opportunità significativa per gli oltre cento aderenti al Consorzio di tutela e valorizzazione, nato nel gennaio 2017 e che questa battaglia ha condotto in modo convinto.

La lenticchia di Altamura, nota per il suo profumo e il suo sapore, è una granella secca, ottenuta dalle varietà Laird ed Eston, con un colore che va dal verde al marrone. La forma è appiattita e misura dai 3 ai 7 mm di diametro. Consistente ma facile da cuocere, tale legume presenta un salutare contenuto di ferro e di proteine, ed è naturalmente ricco di fibre. Negli anni ’30 del secolo scorso la lenticchia cominciò ad uscire dalle sole tavole locali per essere esportata nei decenni successivi anche in Europa e nel mondo. Dopo un periodo di difficoltà dagli anni ’70, con il crescente abbandono delle campagne, la lenticchia è tornata protagonista del mercato nazionale e internazionale dei legumi. Tra le aziende più importanti sicuramente “Luigi Lorusso”, che opera proprio ad Altamura. Coltivazione biologica e di eccellenza sono alla base del lavoro per altri antichi legumi come fave, cicerchie, fagioli e ceci.

Ma Altamura non è solo lenticchia. In passato veniva definita la città delle tre “L”, perché dominavano anche il lino e la lana. E poi, riferito al territorio di questa città da oltre 70mila abitanti, c’è il famoso “Pane di Altamura” (Dop dal 2003) che è possibile assaggiare negli antichissimi forni cittadini. E ancora, considerando l’area Igp della Lenticchia, c’è anche un fratello Igp poco lontano: il “Pane di Matera”.

Interessante anche percorrere la Strada del vino doc della Murgia Carsica, dove troviamo il Gravina Doc e il Gioia del Colle Doc che interessano anche Altamura. Nel primo caso le uve Greco e Malvasia e Bianco di Alessano sono alla base del Bianco e quelle di Montepulciano e Primitivo (ma anche Aglianico, Uva di Troia, Merlot e Cabernet Sauvignon) a quella del Rosso. “Botromagno” a Gravina in Puglia nasce nel 1991 e oggi lavora 45 ettari di vigne, con tante delle uve tipiche di questo territorio, per produrre 350mila bottiglie, alcune molto celebrate dagli esperti.

Per il Gioia del Colle, il Rosso nasce dalle stesse uve principali del Gravina e anche dal Negroamaro, mentre il Bianco è a base Trebbiano. L’Azienda “Tenuta Viglione” a Santeramo in Colle è specializzata nella coltivazione del Primitivo, di Aleatico e poi di altre uve tipiche locali. 60 ettari di vigne e 400mila le bottiglie prodotte dall’azienda fondata nel 1937.

Inoltre Altamura significa storia, anche molto antica, evidente nei resti delle mura megalitiche (da cui il nome della città) costruite dalle popolazioni peucete tra il IV e il V secolo a.C. Ovviamente molto successive le strutture romaniche come la bellissima Cattedrale di S. M. Assunta voluta da Federico II nel XIII secolo, poi parzialmente distrutta da un terremoto e quindi ricostruita. Da ricordare gli imponenti palazzi di varie epoche, ma anche le belle masserie fortificate del XVI e XVII secolo con le suggestive torri e i fossati per difendersi dai briganti.

Dal punto di vista naturalistico, Altamura si trova nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia ma anche qui è l’archeologia a dominare la scena. In questa area è stato infatti ritrovato nel 1993, uno scheletro integro di Homo neanderthalensis, noto come “Uomo di Altamura”, vissuto circa 150mila anni fa e che si trova ancora nella grotta dove è stato rinvenuto. E non lontano c’è la Cava dei Dinosauri, dove sono state scoperte impronte di questi grandi animali preistorici risalenti a 80 milioni di anni fa.