Enoteca Maggiolini, la forza di una passione fra degustazioni, corsi e grandi etichette

Enoteca Maggiolini, la forza di una passione fra degustazioni, corsi e grandi etichette

Giovanni Maggiolini, proprietario dell’omonima enoteca di Bareggio, ci racconta la sua attività fra grandi cambiamenti e l’amore per il vino

Una storia di coraggio, di passione e di grande fiuto imprenditoriale: l’Enoteca Maggiolini è molto di più di un’attività commerciale. Fra le sue mura si respira l’amore per il buon vino, ma anche la capacità di una famiglia di credere in un progetto e creare qualcosa di straordinario.

Fondata nel dopoguerra da Giovanni Maggiolini con i fratelli Giuseppe, Cesare e Carlo, oggi quest’enoteca di Bareggio è diventata nel tempo un punto di riferimento per chi è in cerca di vino di alta qualità, ma anche per chi vuole approcciarsi al buon bere.

Dal commercio dei vini sfusi, un passo dopo l’altro, l’enoteca Maggiolini è cresciuta, tramandata da padre in figlio. Così entrando si posso scoprire tantissime attività legate all’amore per il vino, come le degustazioni guidate, gli abbinamenti cibo-vino, i corsi Sommeliers e le collaborazioni con esperti e produttori enogastronomici. Tutto all’insegna della cultura del bere bene.

Siamo andati a conoscere questa realtà per scoprire come l’enoteca Maggiolini ha affrontato questo periodo denso di cambiamenti e quali sono le prospettive per il futuro. Ne abbiamo parlato con il signor Giovanni Maggiolini, proprietario e appassionato di vino che ha saputo investire e trasformare.

Come nasce Enoteca Maggiolini?

Siamo la terza generazione. L’attività è nata diversi anni fa e ha subito molte evoluzioni. Siamo partiti da pochi bottiglioni di vino, oggi possiamo contare qualche migliaio di etichette e distillati. Importiamo prodotti dalla Francia e abbiamo vari corsi relativi al mondo del vino.

I miei nonni materni vendevano vino sfuso nelle damigiane. Quando l’attività è passata a me e mio fratello abbiamo voluto dare un risvolto importante. Ci siamo però posti un obiettivo fondamentale: non abbandonare nessuno. Da noi vengono i clienti affezionati che cercano il vino per cena, ma anche gli appassionati che sono a caccia di un’etichetta importante.

Il periodo della pandemia e quello immediatamente successivo all’emergenza hanno portato inevitabilmente molte attività a confrontarsi con nuove sfide. Voi come avete vissuto questo momento storico?

Noi siamo rimasti sempre aperti e abbiamo tentato di affrontare al meglio la situazione. Dopo un iniziale momento di smarrimento dovuto al dramma che stavamo vivendo, ci siamo rimboccati le maniche per offrire supporto alla clientela. Abbiamo trovato il modo di raggiungerla grazie alle consegne a domicilio che già effettuavamo, ma che abbiamo potenziato. Ci siamo riorganizzati e lo stiamo facendo anche ora, seguendo una situazione che continua ad essere instabile, soprattutto per la ristorazione. Una delle iniziative che ha avuto maggiore successo è stata senza dubbio la formula dell’aperitivo all’aperto, con tanti prodotti di alta qualità ed etichette selezionate. Segno che la gente ha voglia di tornare a vivere e riprendere in mano la normalità.

Come è cambiato dopo il Covid il rapporto con la ristorazione?

Di certo la prospettiva è mutata, anche nella scelta dei prodotti da proporre. Oggi i ristoratori più attenti si rivolgono a un’enoteca specializzata come la nostra perché ne sposano la politica di qualità. Non puntano più sulla quantità, ma cercano una carta dei vini che sia snella. Noi andiamo incontro a queste richieste, creando carte che sono come abiti su misura.

Come selezionate le etichette?

Cercando di andare incontro alle esigenze dei clienti, ma prima di tutto seguendo i nostri gusti e cercando un’alternativa al solito marchio.

In queste scelte c’è un legame con il territorio?

Senza dubbio. Il legame con la Lombardia è molto forte, per questo diamo sempre la precedenza a produttori locali. Ma non escludiamo gli altri, ovviamente.

Nella vostra enoteca trovano spazio anche le degustazioni.

Sì, è un’attività strettamente legata all’enoteca. Chi viene a fare la spesa da noi può trovare non solo vini e distillati, ma anche altri prodotti di alta qualità da abbinare e gustare.

E i corsi…

Siamo partiti come FISAR (Federazione Italiana Sommeliers Albergatori Ristoratori) e in questo siamo stati dei pionieri. La nostra è stata la prima delegazione della Lombardia, oggi è diffusa moltissimo e l’interesse è maggiore. All’epoca è stata una scommessa che possiamo dire di aver vinto appieno. I corsi e le richieste sono cresciuti in modo esponenziale. II riscontro è stato più che positivo. Marco Barbetti, uno dei nostri ragazzi, che oggi ci aiuta nell’enoteca e con i corsi, è stato nominato miglior sommelier d’Italia. Una grande soddisfazione per la delegazione di Bareggio.

Chiudiamo quest’intervista con una domanda che facciamo a tutti: cos’è il vino per lei?

Una passione tramandata da generazioni. Sono nato qui e per me stare in enoteca non significa lavorare, rappresenta una dimensione naturale della mia esistenza, qualcosa che mi appartiene da sempre.