Pasta artigianale italiana: caratteristiche e differenze

Differenze fra tipi di paste artigianali in Italia

L’Italia è il paese della pasta, questa non è una novità, ma i dati parlano chiaro: siamo al primo posto al mondo sia per la quantità prodotta, sia per la quantità consumata. Tutti gli italiani mangiano pasta da quando nascono è non c’è da stupirsi se nel nostro Paese, sia un vero “affare nazionale”. Anche se molti la reputano un alimento che contribuisce ad aumentare il grasso corporeo, in realtà la pasta è un elemento fondamentale della dieta mediterranea, che a detta anche dell’UNESCO, è un vero patrimonio mondiale. Certo, bisogna saper distinguere tra quella artigianale e quella industriale, cercando di prediligere sempre la prima in quanto ha un maggiore controllo delle materie prime e dei metodi di lavorazione. Come si fa però a scegliere la migliore pasta artigianale? Ecco tutte le differenze che sarà utile conoscere al momento dell’acquisto.

Questione di grano, trafilatura e sezione

Un po’ come succede per il vino, che ogni tipologia ha il proprio terroir di riferimento e varia nelle caratteristiche, così succede anche per la pasta. Se la pasta industriale infatti viene realizzata con il grano dei grandi granai d’Europa, come ad esempio quelli ucraini o turchi, la pasta artigianale viene invece prodotta con le qualità di grano locale, che ha quantità minori, ma una qualità decisamente maggiore.

Tutto parte dal grano: infatti per realizzare la pasta secca artigianale viene utilizzato il grano duro che può essere di tre tipologie diverse, semola, semolato e integrale. Quello integrale ovviamente mantiene inalterate tutte le proprietà del grano, senza eliminare nulla. Sia il semolato che l’integrale sono più ricchi di sostanze nutritive e garantiscono maggiori benefici all’organismo. Si passa poi alle caratteristiche tecniche della lavorazione, in particolare alla temperatura che non deve mai essere inferiore ai 38°, mentre il processo di essicazione deve variare tra i tre e i sei giorni. Un’altra caratteristica della pasta artigianale è la trafilatura al bronzo che si differenzia da quella al teflon. La prima infatti conferisce la caratteristica rugosa e porosa alla pasta, che le permette di assorbire meglio il sugo. La trafilatura al bronzo allunga i tempi di produzione, ma ne garantisce una migliore qualità. Anche le paste artigianali poi si differenziano per la sezione, che può essere tonda, quadrata o rettangolare. Le paste a sezione tonda sono ad esempio gli spaghetti, i bigoli, i troccoli e i vermicelli. Quelli a sezione quadrata sono i tonnarelli e gli strangozzi umbri, mentre quelli a sezione rettangolare sono le ‘sagne pugliesi, gli scialatelli, le linguine o le bavette.

La pasta come il vino

Come anticipato, la pasta artigianale ha le stesse caratteristiche del vino. Ogni annata può cambiare l’aspetto e il sapore a seconda della qualità del raccolto, così si avranno colorazioni più gialle o con tonalità più tenui, ma anche sapori più o meno intensi. Anche in questo caso la grande forza dell’Italia è sicuramente la biodiversità: esistono infatti grani antichi e varietà autoctone che fino a non molto tempo fa erano quasi del tutto dimenticati, ma che ora invece si stanno recuperando, facendoli diventare un punto di forza della produzione di pasta italiana. Un grande esempio di qualità è il Pastificio Caponi di Pontedera, vicino a Pisa. La storia della famiglia Caponi inizia con un piccolo laboratorio di pasta fresca nato negli anni ’60 che, con il tempo, si è ampliato fino a diventare una realtà rilevante a livello nazionale e internazionale. La particolarità della pasta Caponi è che pur avendo seguito l’evoluzione tecnologica e del mercato, non ha perso la propria anima artigianale e così, ancora oggi il ciclo di lavorazione è quasi interamente manuale e autentico.

Written by Anna Fornaciari