Come creare un menù che vende per il tuo ristorante
Creare un menù che sia in grado di coinvolgere i clienti, di attirarli e di rispecchiare la propria immagine è l’obiettivo di chiunque si trova a gestire un ristorante. Spesso considerato come un elemento minore rispetto ad altri, il menù rappresenta un aspetto chiave in qualsiasi business di questo tipo.
Se viene realizzato nel modo giusto – seguendo alcune logiche precise di marketing – potrebbe infatti fare la differenza decretando il successo o meno di un’attività. L’obiettivo che ogni ristoratore o proprietario di un’enoteca dovrebbe porsi dunque è come ideare un menù che sappia non solo soddisfare al massimo la clientela, ma anche garantire delle entrate costanti e stabili.
Gli elementi da prendere in considerazione sono numerosi, dalla posizione agli spazi, passando per la modalità di servizio, il tipo di clientela e l’immagine del brand.
Semplicità prima di tutto
Less is better! Una frase che andrebbe tenuta a mente quando si realizza il menù per un ristorante o per un’enoteca. Numerosi studi infatti hanno dimostrato che quando i clienti si siedono al tavolo di un locale dedicano al massimo 180 secondi alla lettura del menù. Cosa significa? Prima di tutto che il tempo a disposizione per convincerli a prendere qualcosa è poco. Dunque sono bandite liste interminabili e complicate, piene di informazioni, che rischierebbero solo di annoiare.
Ricordiamoci sempre che chi entra in un locale è in cerca di relax, non vuole passare minuti preziosi a provare a decifrare termini complessi, ma solo godersi qualcosa di buono da bere o da mangiare. L’obiettivo dunque è quello di limitare al massimo il numero di pagine. Come? Ad esempio indicando i piatti principali e segnalando ai clienti possibili aggiunte oppure modifiche. In questo modo anche i più frettolosi potranno fare in fretta una scelta, affidandosi a un menù che sarà conciso e non dispersivo, ma comunque appagante.
Selezione e qualità
Un’offerta ampia è senza dubbio una tentazione per chi vuole offrire il massimo ai propri clienti, ma non è detto che la “quantità” faccia la differenza. Il marketing parla chiaro: troppe possibilità rischiano di frenare la propensione delle persone all’acquisto. Troppi piatti e opzioni rappresentano un elemento di disturbo che potrebbe portare a fare una scelta d’impulso e poco ponderata. Una situazione che potrebbe finire per compromettere irrimediabilmente la sua esperienza. Selezione e qualità sono le parole chiave per non sbagliare. Pochi piatti, scelti con cura, puntando al massimo, abbinati a una buona carta dei vini, costruita anch’essa ad hoc.
Il ruolo delle emozioni, motore di tutto
Le emozioni, ormai lo sappiamo, sono il motore di tutto, anche e soprattutto quando si parla di ristorazione. Suscitare delle emozioni nel cliente dunque permette non solo di farlo sentire a proprio agio e fargli vivere un’esperienza unica, ma anche di aumentare la sua propensione all’acquisto. Sono dunque vietate descrizioni asettiche e noiose dei piatti, meglio invece puntare su didascalie che possano richiamare sensazioni, profumi, sapori, trasportando la persona in un’altra dimensione e accendendo i suoi sensi.
Un altro aspetto chiave da considerare è la necessità di attrarre e insieme informare. Il cliente infatti dovrà comprendere cosa c’è nel piatto, ma anche trovare qualcosa che sia coerente on il brand e con il mood del locale.
Tatto e vista vogliono la loro parte
Non solo il contenuto, anche la forma in cui viene presentato il menù conta. Tatto e vista infatti vogliono la loro parte e sono essenziali per determinarne il successo. Il menù prima di tutto deve essere semplice e piacevole da maneggiare. Grande attenzione va rivolta ai materiali e ai colori che dovranno essere di qualità e in armonia con lo stile del brand.
La questione prezzi
Anche quando si parla dei prezzi è importante inserirli nel modo giusto all’interno del menù. Incolonnarli non è mai una scelta giusta perché il cliente finirebbe per confrontarli, puntando più sul prezzo nella sua decisione finale che su quello che desidera. L’ideale sarebbe indicare il prezzo sempre alla fine di ogni voce del menù, senza considerare il punto in cui termina. Solo così il cliente sarà maggiormente invogliato a ordinare quello che desidera davvero.
L’importanza dell’ordine
Ovviamente l’ordine non deve mancare quando si tratta di creare un menù per il ristorante. Come abbiamo già capito infatti il cliente dedicherà solo pochi minuti alla sua lettura, per questo si aspetta di trovarsi di fronte qualcosa che sia semplice e facile da interpretare. La suddivisione dei piatti (e la presentazione) va studiata con cura. Quella classica prevede una distinzione fra antipasti, primi e secondi, seguiti da dolci e frutta.
In queste macro-categorie è possibile muoversi liberamente. Ad esempio creando una sezione dedicata alle specialità della casa (che non vanno trascurate perché rappresentano un plus che potrebbe spingere un cliente a scegliere uno locale piuttosto che un altro). Non solo: si possono proporre formule particolari come un percorso gastronomico oppure un menù degustazione, l’ideale per portare i clienti alla scoperta del locale e del suo mood.
Precisione e nessun errore
Proprio così: all’interno del menù non ci dovrà essere nessun errore. I clienti oggi sono molto attenti e desiderano una lista in cui non siano presenti refusi. Curare l’ortografia è fondamentale almeno quanto la scelta dei piatti da mettere nel menù. Una rilettura è essenziale prima di mandarlo in stampa, inoltre potrebbe essere una buona idea rivolgersi a un professionista del settore per la sua stesura, come un copywriter. Infine tenere traccia della disponibilità, come accade per la carta dei vini, è importantissima. Se il cliente scopre che un piatto che desiderava è assente potrebbe restare deluso!