Le trattorie Milanesi

Le trattorie milanesi hanno abbracciato tre o più secoli di storia. Hanno vissuto il Risorgimento e quando sono nate non c’erano ancora state le due guerre mondiali; in alcuni casi non era ancora nata l’Italia e talvolta mancava persino la data della Rivoluzione Francese.

A Milano ce ne sono ancora tante aperte, attive e dove si mangia bene e classico. Ricette tipiche, ricerca della qualità e rispetto della tradizione sono gli elementi che le contraddistinguono.

Quando ancora non c’era l’Italia 

Cominciamo dalla “Antica Trattoria Bagutto” che di secoli ne ha visti ben otto dall’anno di apertura, il 1284. È la più antica trattoria italiana, tra le più antiche del mondo, la seconda in Europa. Si trova in zona Ponte Lambro e prende il nome addirittura da una parola di origine longobarda, berlochium, che indicava un “luogo dove si mangia”. E ai suoi tavoli pare si siano accomodati anche re, imperatori e lo stesso Napoleone. L’aspetto del locale come i piatti sono in gran parte figli della sua storia lombarda.
Di secoli non ne avrà visti otto ma il Ristorante “Boeucc”, nome che deriva dal buco o dalla bodega dove avveniva la mescita del vino, di cose ne ha da raccontare. Aperto nel 1696 durante la dominazione spagnola a Milano, si trova nel centro storico cittadino, nei pressi del Teatro alla Scala che, per la cronaca, è stato costruito quasi un secolo dopo.

I piatti sono quelli della tradizione lombarda e milanese e anche nazionale, ma l’aspetto non è certo quello di una trattoria. A trionfare qui è l’eleganza dei luoghi e del servizio anche se nel 1848, durante le “Cinque Giornate di Milano”, queste sale ospitarono la sede operativa degli insorti contro il dominio asburgico.
Autentica cucina milanese dal 1850 al Ristorante “La Pobbia”, che si richiama ai pioppi della campagna milanese. Si tratta di un’antica trattoria in zona “Certosa” che, ad inizio ‘900, era stata anche biglietteria della tramvia a vapore Milano-Gallarate e ancor prima luogo di sosta delle carrozze a cavalli, sempre per poter mangiare.
L’edificio mantiene il suo aspetto originale e gli interni sono eleganti ed accoglienti.

Alla fine dell’Ottocento 

Un antico casale nel cuore della città, non lontano da Stazione Porta Garibaldi, ospita il Ristorante “Da Berti”, aperto nel 1866 dopo la fine della seconda guerra d’indipendenza. Qui i piatti meneghini sono la regola e li ha assaggiati anche Michail Gorbaciov. Significativa l’attenzione ai vini nazionali, con una spettacolare cantina che ospita migliaia di bottiglie.
Nel 1867 apriva i battenti il Caffè Ristorante “Savini”, elegante e maestoso nelle sue grandi sale ospitate dalla Galleria Vittorio Emanuele, vicino al Duomo. Vini importanti, menù ricercato ma senza dimenticare la tradizione milanese. È il paradigma dei ristoranti di lusso.
Decisamente diversa la “Antica Trattoria della Pesa”, aperta nel 1880 vicino a Porta Garibaldi, che allora si chiamava Porta Comasina, dove fino a poco tempo prima si pesavano le merci che arrivavano da fuori Milano e ci si pagava il dazio. In questo caso l’eleganza è garantita dalla semplicità e dalla cura dei particolari della tradizione milanese, nell’arredamento anni ‘50 e, naturalmente, nel menù che conquistò anche Ho Chi Minh. Si dice che negli anni ‘30, il futuro leader vietnamita lavorasse come cuoco proprio in questi locali.

Si apre il Novecento

Ad inizio ‘900 aprivano altre trattorie importanti ancora oggi molto frequentate. Nome molto noto, che è tutto un programma, è quello della rustica “Osteria La Madonnina” in zona Navigli, dalla cucina semplice e gustosa (come la definisce la “Guida Michelin”). E poi “La Pesa”, non lontana dallo Stadio San Siro, con il suo rinomato risotto allo zafferano. Aperta nel 1902, il XX secolo lo ha praticamente inaugurato. Infine il Ristorante “Il Solferino”, trattoria inaugurata nel 1909 nel quartiere Brera, ristrutturata con rispetto per la tradizione e che presenta piatti milanesi ma anche italiani.

Dagli anni ‘20 in poi

Naturalmente di trattorie tipiche e antiche se ne possono trovare tante altre. Magari che di secoli ne hanno abbracciati solo due, il XX e il XXI, alcune aperte di recente ma che sono altrettanto buone e dove si assaggia la Milano di un tempo. Solo per citare qualche esempio segnaliamo la “Trattoria Masuelli San Marco”, dove è nata Slow Food, oppure la “Trattoria del Nuovo Macello”, davanti al quale ha aperto nel lontano 1927 e con cui ha caratterizzato la propria cucina, quindi la “Trattoria Arlati” (1933) di Milano Bicocca, il paradiso del classico piatto unico milanese (risotto con ossobuco) frequentato dagli operai della Pirelli e da musicisti del calibro di Lucio Battisti. Non dimentichiamo poi “La Milanese”, aperta lo stesso anno, e che l’aria da antica trattoria non intende certo annacquarla. E ancora “L’altra Isola” con la sua Cassoeula che piaceva a Gianni Brera e a Cochi e Renato, “El Brellin” che, negli anni ‘50, era una vecchia drogheria sul Naviglio Grande, “La Libera” che difende la tradizione gastronomica meneghina in zona Brera come fanno con orgoglio anche “Al Matarel” in Corso Garibaldi.
Da ricordare inoltre la popolarissima trattoria anni ‘50 “Da Lina” e la “Bocciofila Caccialanza”, che è proprio quello che sembra dal nome, uno storico circolo bocciofilo che ospita anche una trattoria tipica. Suggestiva la “Sala Liberty dell’Osteria Il Treno”, collocata da anni negli storici locali della Società di Mutuo Soccorso dei Ferrovieri della stazione centrale di Milano. Ma è impossibile ricordare tutti i ristoranti e le trattorie che lo meriterebbero in una città che difende anche sulle tavole apparecchiate la propria identità e la propria storia.