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Alla Xylella la Puglia risponde con 5 Dop e una nuova Igp regionale

Nelle prossime settimane la Puglia raggiungerà un altro prestigioso risultato in campo olivicolo con il riconoscimento dell’Olio di Puglia Igp. Un importante segnale di  forza utile anche a contrastare i gravi danni economici provocati dalla Xylella, il batterio che, trasportato da piccoli insetti, si sta insediando in milioni di piante facendole seccare. Negli ultimi anni il problema ha interessato ben tre territori provinciali ma, per ora, sembra possibile solo rallentarlo, ricorrendo ad insetticidi ed eradicamenti che isolino l’infezione; scelte che naturalmente trovano una diffusa ostilità sul territorio.

Ma la Puglia ha una storia lunga in termini di produzione di olio, che risale all’antica Grecia e che si percepisce da oliveti con piante talvolta millenarie; veri e propri monumenti. E oggi resiste ai problemi con prodotti, se possibile, ancora più di eccellenza, con una forte attenzione monocultivar. Sono tante le aziende (la maggiore concentrazione è quella nei territori di Bari e Barletta) che sono impegnate su decine di milioni di ulivi, per oltre 100mila ettari coltivati, capaci di sfiorare il 50% della produzione nazionale. Non a caso questa terra si pone in testa alla classifica delle regioni italiane a vocazione olivicola.

Week-end a Dogliani. Qui il vino è anche nel nome

La leggenda dice che il dio romano Giano, in visita sulle colline di Dogliani, rimase molto colpito nel bere da una coppa il buon vino locale. In questo modo alcuni spiegano le origini del nome, Dolium Jani. Altri, invece, lo fanno risalire a Dolium Januae, coppa di Genova, considerando i tradizionali commerci con quella città. D’altro canto inizialmente quest’area era abitata proprio da popolazioni liguri, poi arrivò la dominazione romana quindi il controllo di vari casati, degli Spagnoli, dei Francesi e infine dei Savoia. Comunque sia: che la coppa fosse quella di Giano piuttosto che quella per portare il vino a Genova, appare chiaro quale sia il prodotto che più di tutti rappresenta l’identità di questa cittadina di poco meno di 5mila abitanti.

Collocato nelle Langhe sudoccidentali, quelle che vanno ad unire la zona del Barolo a quella dell’Alta Langa, Dogliani è dunque un bel borgo della provincia di Cuneo, attraversato dalla cultura e dall’architettura di secoli diversi, con i resti del Castello medievale sulla collina, il suo centro storico di chiese e palazzi che deve molto allo stile del famoso architetto ottocentesco Giovanni Battista Schellino, la Parrocchiale Santi Quirico, la duecentesca Torre Civica (che ha subito molti cambiamenti), l’imponente Ospedale Civico, l’ingresso monumentale al Cimitero, l’antichissima Chiesa di S. Lorenzo (XI secolo) e la Confraternita dei Battuti, settecentesco capolavoro barocco.

Molise, piccolo ma buono

Il Molise è la seconda regione più piccola d’Italia (dopo la Val d’Aosta) ed è abitata da poco più di 300mila persone. In effetti se ne sente poco parlare ma le diverse condizioni climatiche (escursioni termiche, piovosità) di questi terreni prevalentemente collinari e montagnosi (Massiccio del Matese dell’Appennino Sannita), li rendono adatti ad ospitare varie eccellenze agroalimentari, in particolare formaggi e salumi, ma anche patate, fagioli, pomodori, cipolle e cereali (fusilli e cavatelli sono originari della zona).

Le ridotte dimensioni del Molise contribuiscono ad inserirlo all’interno di numerosi areali Dop e Igp condivisi con le regioni confinanti, dal Caciocavallo silano Dop (in Molise è tipico il Caciocavallo di Agnone) e la Mozzarella e la Ricotta di bufala campana (entrambe Dop), fino ai Salamini italiani (Dop) e al Vitellone bianco dell’Appennino Centrale (Igp).