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Viaggio nel litorale toscano: da Bolgheri a Capalbio per una vacanza da sogno

Mare cristallino, sabbia finissima e parchi naturali: il litorale toscano da Bolgheri a Capalbio è un vero paradiso, fatto di angoli di straordinaria bellezza e panorami mozzafiato. Proprio dall’affascinante borgo di Bolgheri, nel cuore della Toscana, parte un viaggio alla scoperta di luoghi che catturano lo sguardo e rubano l’anima, fra vini di alta qualità, paesaggi unici e prodotti tipici tutti da gustare.

Il fascino di Bolgheri e Donoratico

Posizionato nell’entroterra della celebre Costa degli Etruschi, Bolgheri è un affascinante borgo in cui respirare l’autentica atmosfera bucolica, famoso anche grazie al poeta Carducci. Natura, relax ed enogastronomia si mescolano in questo luogo divenuto iconico grazie al suo Viale dei Cipressi, un simbolo della Toscana nel mondo.

Fra le strade di questo borgo suggestivo ci imbattiamo nell’enoteca Tognoni, tempio del gusto e custode dei sapori genuini del territorio toscano. Impossibile non fare una sosta per assaporare i crostini tipici, provare la selezione di affettati, i formaggi, la ribollita o i sott’oli casarecci. Il tutto accompagnato da un bicchiere di vino locale.

Il buon bere e l’arte del vino sono capisaldi del territorio bolgherese dove troviamo aziende e cantine straordinarie. Come la Tenuta Guado al Tasso dei marchesi Antinori, situata proprio vicino al borgo medievale, nell’alta Maremma. I suoi vigneti si estendono dalla costa tirrenica alle colline, regalando un vino morbido al palato, elegante e persistente, con note di frutti rossi, spezie e menta. Un capolavoro con tannini fitti e setosi, frutto di una vinificazione con raccolta manuale delle uve e selezione dei singoli acini.

Questo territorio accoglie anche Donna Olimpia, un’azienda che è una vera e propria istituzione, nata nel 1898 da un’intuizione di Guido Folonari, erede di una fra le famiglie storiche del vino italiano. Negli anni Duemila l’azienda ha iniziato a sviluppare un ambizioso e straordinario progetto enologico. La Tenuta Donna Olimpia è una proprietà di oltre 60 ettari con vitigni che comprendono Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah, Petit Verdot, Vermentino, Viognier e Petit Manseng.

Sulle pagine Instagram e Facebook dell’azienda si possono scoprire i vini prodotti come Orizzonte, un vino color rosso granato intenso con riflessi violacei da vitigno 100% Petit Verdot. Ha un profumo intenso, con note di frutti rossi come mirtillo, ribes e amarena, un sentore di pepe nero e viola. Il gusto è pieno, caldo e leggermente asciutto con un finale fruttato di mora e prugna.

I vini “Fattoria Casa di Terra” nella culla di santi eremiti, dei cipressi del Carducci e del taglio bordolese

Fattoria Casa di Terra

A Bolgheri è un trionfo di vini sempre complessi ed eleganti, dove dominano le uve internazionali che solo talvolta si incontrano con il Sangiovese. Fondata nel 1950 come azienda agricola tradizionale, “Fattoria Casa di Terra” ha iniziato negli anni ’90 a concentrarsi sulla produzione vinicola. Sulle orme dei nonni,i fratelli Giuliano e Gessica Frollani rappresentano oggi una importante realtà locale e gestiscono anche due accoglienti strutture agrituristiche: “Il Pelago” e “Podere Conte Novello”.

Del resto questo territorio è stato tradizionalmente conquistato dalle vigne un pezzo alla volta, grazie all’ottima combinazione tra suolo e clima. Sui suoi 120 ettari di estensione, dai quali si ricava anche un eccellente olio extravergine,  “Fattoria Casa di Terra” ne dedica circa 50 a vigneto con una produzione complessiva di circa 350mila bottiglie. Questa azienda è in grado di rappresentare davvero al meglio le ricchezze locali, che si possono infatti apprezzare durante le degustazioni organizzate per tutti i visitatori

La tradizione salumiera toscana

La Toscana è terra di eccellenze enogastronomiche e tra queste la tradizione salumiera interpreta indubbiamente un ruolo di primo piano. La macellazione e la lavorazione della carne di maiale è presente in varie parti del territorio regionale: dal prosciutto toscano DOP e il salame toscano, alla Finocchiona IGP nel Chianti, alla Cinta senese DOP, al Lardo di Colonnata IGP delle Alpi Apuane, al Rigatino di San Miniato tra Firenze e Pisa, all’antico Biroldo della Garfagnana tra le Alpi Apuane e l’Appennino tosco-emiliano, alla Mortadella IGP di Prato, ai salumi maremmani di cinghiale.

Vino e architettura: le cantine da non perdere in Toscana

Le cantine Toscane realizzate da celebri archistar

La Toscana è una delle regioni italiane in cui è maggiore il numero di privati che hanno deciso di investire nel settore vitivinicolo, puntando sul binomio vino e arte che ha riscosso un grandissimo successo tra i viaggiatori nazionali ed internazionali. Molti produttori infatti hanno dimostrato di essere disposti a mettersi in gioco per realizzare cantine dal fascino architettonico ineguagliabile: come mecenati moderni hanno permesso la nascita del “Toscana Wine Architecture” che è un circuito di 25 cantine realizzate dai nomi più prestigiosi dell’architettura contemporanea, come nel caso del famoso maestro italiano Renzo Piano.

Toscana prima meta dei turisti enogastronomici

E’ la Toscana la regione più ambita dai turisti con la forchetta e il bicchiere in mano. A certificarlo il primo “Rapporto sul turismo enogastronomico italiano”, realizzato dall’Università degli studi di Bergamo e dalla World Food Travel Association, con il patrocinio di Touring Club, Ismea Qualivita, Federculture e la collaborazione di Seminario Veronelli e The Fork- TripAdvisor. Al secondo posto si è qualificata la Sicilia e, a seguire, la Puglia, l’Emilia Romagna, la Campania e il Lazio. All’ultimo posto il Molise, dietro alla Valle d’Aosta e al Friuli.

Interessanti anche le indicazioni del modo di informarsi da parte dei turisti, sempre di più attraverso i social media, dove si condividono le esperienze di viaggio, e poi grazie ai consigli di parenti e amici. Una modalità di rete che favorisce lo sviluppo delle nicchie di mercato emergenti, da quello della birra artigianale all’enoturismo di qualità. Sono i cosiddetti “turisti Slow Food”, che chiedono innanzitutto sapori e profumi tipici per capire ed amare un territorio. I dati ci dicono che oltre il 70% preferisce mangiare piatti tradizionali in un ristorante locale, e quasi altrettanti visitare un mercato con prodotti del territorio.