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Emilia, i vini sui colli

L’Emilia e la Romagna

La tradizionale centralità geografica, storica e culturale dell’Emilia e del territorio bolognese si ripropone con la vasta gamma di prodotti agroalimentari tipici e, naturalmente, attraverso due vini Docg e una ventina di Doc protagonisti della significativa crescita dell’export vinicolo regionale. Produzioni che, quasi sempre, riportano la parola “colli” nella denominazione e all’origine di vini tendenzialmente freschi e non troppo pesanti, perfettamente abbinabili alle tradizioni gastronomiche locali.

Ed è sempre utile distinguere tra Emilia e Romagna, pur concentrandoci sulle colline bolognesi e su quelle comunque più vicine al capoluogo, che sulle zone vitivinicole della seconda, dove si trovano numerosi areali con uve e vini eccellenti. Per prima una delle due Docg regionali, l’“Albana di Romagna”, lo storico vitigno autoctono il cui nome deriva da albus – bianco,  particolarmente adatto alla produzione di vini passiti. E poi le Doc di “Bosco Eliceo” (dal ferrarese al ravennate), “Colli di Faenza”, “Colli di Rimini” “Romagna” (con il famoso vino Pagadebit, il cui nome dice tutto) e “Colli di Romagna centrale”. Inoltre ci sono il “Sangiovese di Romagna” e il “Trebbiano di Romagna”, denominazioni che finiscono per interessare anche alcuni comuni della provincia di Bologna.

Le Colline del Chianti, paradiso del vino

Intorno a Firenze si sviluppano alcune delle aree vitivinicole più importanti della Toscana e dell’Italia intera. Dalle più rinomate a quelle meno note, si parla comunque di areali che rappresentano un vero e proprio paradiso delle uve.

Il primo pensiero vola inevitabilmente alle Colline del Chianti, rilievi di origine strutturale che si estendono tra le province di Firenze, Siena e Arezzo e che devono la propria fama in gran parte allo storico vino che proprio da queste zone prende il proprio nome. Stiamo infatti parlando di uno dei prodotti del made in Italy tra i più noti al mondo, per tanto tempo identificato dal tipico fiasco, vero e proprio simbolo locale. Milioni oggi le bottiglie prodotte e che vengono esportate in più di 130 paesi del mondo.

I vini “Fattoria Casa di Terra” nella culla di santi eremiti, dei cipressi del Carducci e del taglio bordolese

Fattoria Casa di Terra

A Bolgheri è un trionfo di vini sempre complessi ed eleganti, dove dominano le uve internazionali che solo talvolta si incontrano con il Sangiovese. Fondata nel 1950 come azienda agricola tradizionale, “Fattoria Casa di Terra” ha iniziato negli anni ’90 a concentrarsi sulla produzione vinicola. Sulle orme dei nonni,i fratelli Giuliano e Gessica Frollani rappresentano oggi una importante realtà locale e gestiscono anche due accoglienti strutture agrituristiche: “Il Pelago” e “Podere Conte Novello”.

Del resto questo territorio è stato tradizionalmente conquistato dalle vigne un pezzo alla volta, grazie all’ottima combinazione tra suolo e clima. Sui suoi 120 ettari di estensione, dai quali si ricava anche un eccellente olio extravergine,  “Fattoria Casa di Terra” ne dedica circa 50 a vigneto con una produzione complessiva di circa 350mila bottiglie. Questa azienda è in grado di rappresentare davvero al meglio le ricchezze locali, che si possono infatti apprezzare durante le degustazioni organizzate per tutti i visitatori

Quando i vini costano come una vacanza, a volte da sogno

I grandi vini non sono mai costati poco ma in certi casi possono raggiungere prezzi pari a quelli di una vacanza da centinaia o migliaia di euro. Persino da decine di migliaia di euro e, allora, la vacanza diventa decisamente da sogno. Ma l’acquisto di una bottiglia di vino rara, perché di una particolare annata, di una serie speciale, magari risalente a varie decine o persino centinaia di anni fa e possibilmente appartenuta a grandi personaggi storici, può rappresentare sia un investimento che uno status symbol per collezionisti.

Per non parlare delle vere e proprie pazzie, come quella legata al vino venduto recentemente ad un’asta di beneficenza a New Orleans, dove un misterioso collezionista del Mississipi, insieme ad alcuni amici, avrebbe pagato 350mila dollari (circa 300mila euro) per una bottiglia di Cabernet Sauvignon californiano del 2015. Però il mercato dei vini più costosi esiste e sembra far sognare in tanti.