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‘Nduja di Spilinga e Cipolla di Tropea, tesoro vibonese

Assaggiare la ‘Nduja di Spilinga è un’esperienza sensoriale molto intensa. Non solo per la sua famosa piccantezza ma per la forza dei sapori e grazie alla molteplicità di usi che di questo insaccato è possibile fare: dalla tradizionale e coraggiosa possibilità di spalmarla sul pane (magari insieme a qualche saporito formaggio calabrese), oppure come semplice ingrediente a freddo sulla pasta, con l’aggiunta di un po’ di olio extravergine di oliva. O ancora come base ricca di personalità per vari sughi.

La “Nduja”, il cui nome potrebbe derivare dall’arrivo della lavorazione della salsiccia francese (Andouille) in epoca napoleonica, è originaria dell’Altopiano del Poro e del piccolo comune di Spilinga, territorio ricco di grotte (le “spelonche” sono probabilmente all’origine del nome) in provincia di Vibo Valentia. Si tratta di un preparato basato sulla lavorazione e l’impasto delle parti grasse del maiale con la consistente aggiunta di peperoncino piccante calabrese.

I tesori della Sila

La Calabria è una terra ricca di meraviglie ambientali e storiche. Si va dalle spiagge ioniche (Isola di Capo Rizzuto e i suoi meravigliosi fondali) e tirreniche (l’Isola di Dino nel Golfo di Policastro, Tropea, il Promontorio di Capo Vaticano) fino al Parco nazionale della Sila, dove trionfa la biodiversità, e a quello dell’Aspromonte, dove si può anche sciare. E’ poi una terra ricca di storia da Stilo, in provincia di Reggio Calabria (luogo natale di Tommaso Campanella), passando per la medievale Gerace e l’antichissimo e affascinante borgo di Pentedattilo, arroccato nell’Aspromonte. E ancora il Parco archeologico di Scolacium, in provincia di Catanzaro, con i resti dell’antica colonia greca di Skylletion. E naturalmente i “Bronzi di Riace” a Reggio Calabria.