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Viaggio a Termeno, nella patria del Gewürztraminer

Intenso, complesso, aromatico, vivace. Sono solo alcuni dei numerosi aggettivi che possono descrivere le caratteristiche di un vino bianco inconfondibile, che si impone più che lasciarsi scoprire. Il Gewürztraminer (Traminer aromatico in Italiano) è un vitigno originario della zona altoatesina di Termeno (la traduzione letterale è infatti “spezie di Termeno”), il paese dalla secolare tradizione vitivinicola in provincia di Bolzano.

Le vigne si trovano nell’areale Doc “Alto Adige” ma l’uva anche altrove, dove possiamo trovarla con il nome di “Traminer aromatico”, come in Trentino. Il Gewürztraminer viene poi prodotto in Germania e in Francia: nella Valle del Reno è più tendente alla morbidezza mentre in Alsazia esprime caratteristiche minerali importanti e una maggiore freschezza. Ma è comunque nell’area di Termeno, con i suoi terreni argillosi e limo-sabbiosi, che si trovano le condizioni ideali per questa uva. In particolare sull’Altopiano del Sella, forse la zona più prestigiosa.

Soggiorno a Cremona: la città di Stradivari e delle tre “T”

Cremona si autodefinisce la città delle tre “T”: Turòon, Turàs e Tetàss, vale a dire Torrone, Torrazzo e … Tettone. Del resto qui, forse non a caso, è nato Ugo Tognazzi, grande attore, noto buongustaio e cultore della bellezza femminile. E dentro e fuori la città ce ne sono tante di cose interessanti. Da sempre e da molte parti qualcuno si considera “il primo” anche per i violini o per il torrone ma, per entrambe le cose, Cremona è di certo  un simbolo.

Lungo le rive del Po Cremona è stata snodo strategico per il commercio e un riferimento per la cultura e per le arti, fin dall’epoca dall’Antica Roma. Prima bizantina e poi longobarda, divenne un florido comune nel XII e XIII secolo, quindi porto fluviale di Milano e poi temporaneamente sotto il controllo veneziano a cavallo tra il ‘400 e il ‘500. Si impoverì durante il successivo dominio spagnolo e dal XVIII secolo fino all’Unità d’Italia fu invece asburgica. Fin dal ‘500 venne comunque considerata la capitale dei liutai, a partire dall’artigiano Andrea Amati e, nel secolo successivo, con la famiglia Guarneri e poi Stradivari, che hanno sancito la storia della cosiddetta “città della musica”. L’arte liutaria è oggi Patrimonio Unesco dell’Umanità.