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salumi

Vino e degustazioni: come creare il tagliere giusto

Quando si parla di degustazioni e vino è impossibile non citare il famoso tagliere. Si tratta infatti di un servizio essenziale, molto apprezzato dai clienti delle enoteche, che permette di fare davvero la differenza. Non a caso il tagliere è un elemento chiave quando si tratta di scrivere recensioni, di scegliere un locale piuttosto che un altro oppure di valutare la cura nel servizio. Se da una prima occhiata può sembrare semplice creare un tagliere, in realtà dietro c’è un attento studio. Un lavoro che permette di comporre note di colore e sapori per creare abbinamenti che siano perfetti.

Tagliere da vino, come creare quello perfetto

Il tagliere viene solitamente servito nelle enoteche per accompagnare cocktail o calici di vino. Viene composto utilizzando salumi e formaggi, ma anche olive e salatini, cruderie, salse e fritture leggere. La selezione di formaggi andrebbe pensata bilanciando i prodotti a pasta filante con quelli a pasta cruda, quelli stagionati con i più giovani.

Il posizionamento all’interno del tagliere dei formaggi dovrebbe seguire una logica precisa, mantenendo le degustazioni al centro. Un discorso diverso va invece fatto per i formaggi spalmabili. Inserirli infatti potrebbe rappresentare un rischio perché potrebbero andare a contaminare con i liquidi gli altri prodotti presenti nel tagliere. Meglio dunque separarli rispetto al tagliere e sceglierli solamente se in abbinamento con vini tipici del territorio.

I cibi tipici e le ricette della Alta Marca trevigiana: fra sapori e profumi unici

Formaggi e salumi serviti con ottimo prosecco, lo spiedo, i germogli e i funghi: un viaggio straordinario attraverso le ricette, i prodotti e i piatti dell’Alta Marca trevigiana.

Teatro di grandi avvenimenti storici e luogo dai paesaggi mozzafiato, l’Alta Marca trevigiana è un luogo incantevole, ricco di bellezze e di magia. Qui nascono piccoli e grandi capolavori culinari, con prodotti tipici che accarezzano l’anima oltre che il palato e prodotti enogastronomici unici al mondo.

Funghi, castagne, germogli ed erbe spontanee: la bellezza della Natura

In autunno, accompagnate da un buon bicchiere di vino o di prosecco, si possono assaporare le castagne, ma soprattutto i marroni: grandi, pregiati e dal gusto intenso. Nella stessa stagione questa terra florida regala i funghi, diffusi maggiormente nelle zone pedemontane. In queste aree dell’Alta Marca trevigiana si possono trovare i brisot, dei porcini con un sapore squisito, da servire crudi e affettati oppure fritti, in umido o trifolati. L’ideale per condire un primo a base di riso o pasta. Da provare anche i ciodet, dei funghi che devono il loro curioso nome alla somiglianza con una capocchietta di chiodo.

Da queste terre verdi e ricche di storia è partita una rivoluzione o, per meglio dire, un “ritorno alle origini”, grazie al foraging, la pratica di raccogliere e utilizzare per le proprie ricette le erbe spontanee. Un’attività che ha conquistato gli chef stellati e i ristoranti di tutto il mondo. Si tratta di una tradizione antichissima dell’Alta Marca trevigiana, tramandata dal Medioevo. Risalente al periodo del Monachesimo, oggi l’uso di portare in cucina le erbe, trovate nel sottobosco o nei prati, è molto diffuso. La cucina locale, non a caso, propone piatti che prevedono rosoline, Dente di Leone o radicio de camp. Ingredienti semplici, ma dal sapore unico, per preparare minestre, frittate, pasticci e zuppe.

Non solo erbe spontanee, altresì i germogli fanno parte della tradizione dell’Alta Marca trevigiana. Hanno l’aspetto di giovani asparagi e vengono utilizzati nella cucina popolare. I più famosi e ricercati sono i buscandoi, dei teneri germogli di Luppolo dal gusto amaro e aromatico, che si possono raccogliere lungo le siepi o in collina. Da provare pure i rustegot, dei germogli primaverili del pungitopo oppure la sparasina, la Spirca dei boschi denominata Barba di capra.

La storia fiorentina delle trattorie nelle “buche”

Nascevano come mescite nelle “buche” dei palazzi signorili

In una città come Firenze le trattorie rappresentano un elemento identitario. In Toscana e, a maggior ragione nel suo capoluogo, si mangia e si beve tradizionalmente bene e la cultura del vino dalle vicine Colline del Chianti si abbina perfettamente ai piatti tipici come la Ribollita, la Bistecca alla Fiorentina, il Lampredotto, il Peposo dell’Impruneta, i tortelli, i salumi e i formaggi.

E questo sodalizio va avanti da secoli, tanto che quasi tutti i più noti ristoranti sono nati come vinerie e luoghi per la mescita. Quelli nel centro storico erano e spesso sono ancora collocati nelle tradizionali “buche”, vale a dire nelle cantine di qualche palazzo signorile. Il Comune di Firenze nel suo elenco ufficiale di botteghe “storiche“, “storiche di pregio” e “tradizionali” individua alcune realtà che hanno davvero un lungo passato alle spalle, anche se in questa sede sarà possibile parlare solo di quelle più tipiche e antiche.

La tradizione salumiera toscana

La Toscana è terra di eccellenze enogastronomiche e tra queste la tradizione salumiera interpreta indubbiamente un ruolo di primo piano. La macellazione e la lavorazione della carne di maiale è presente in varie parti del territorio regionale: dal prosciutto toscano DOP e il salame toscano, alla Finocchiona IGP nel Chianti, alla Cinta senese DOP, al Lardo di Colonnata IGP delle Alpi Apuane, al Rigatino di San Miniato tra Firenze e Pisa, all’antico Biroldo della Garfagnana tra le Alpi Apuane e l’Appennino tosco-emiliano, alla Mortadella IGP di Prato, ai salumi maremmani di cinghiale.

Umbria: così tanto in così poco spazio

Tanto in poco

L’Umbria è veramente il cuore d’Italia nella collocazione geografica, un po’ anche nella forma e nell’essere l’unica regione a non confinare o con il mare o con un paese straniero o con entrambi. Una piccola porzione di territorio nazionale con due sole province (Perugia e Terni) e circondata dal Lazio, dalla Toscana e dalle Marche, regioni con le quali condivide le origini etrusche. Ospita però cose grandi come il Lago Trasimeno, che è il quarto d’Italia, viene attraversata dal Tevere e vanta città antiche e magnifiche come Perugia, Orvieto, Foligno, Città di Castello, Spoleto, Assisi, Norcia, Gubbio, Todi, Narni (antica “Narnia” romana) e molte altre.

Un viaggio in Umbria richiede sicuramente più giorni e una sistemazione strategica unica, dalla quale muoversi in visita tra meraviglie famose nel mondo, dentro e fuori quelle città: itinerari spirituali e luoghi della fede, palazzi imponenti, piccoli borghi come Pietralunga, Montefalco e Spello, parchi e aree naturali mozzafiato come la Cascata delle Marmore, il Parco del Trasimeno, le Fonti del Clitunno, la Valnerina e la zona del Lago artificiale di Corbara.