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Lamberto Vannucci: l’espressione del Montepulciano nel territorio di Atri fra storia, cultura e arti millenarie

Sapori intensi, una tradizione millenaria e una cultura tutta da scoprire, il territorio di Atri è un luogo magico, in cui la storia degli uomini si mescola inevitabilmente con quella dei vigneti che sorgono sulle colline. In questa striscia di terra, fra il maestoso Gran Sasso e le coste dell’Adriatico, è racchiuso un mondo fatto di amore e passione per la produzione del vino.

La cultura del vino e le arti millenarie nel territorio di Atri

Le colline teramane, con il loro microclima e la composizione particolare del terreno, offrono l’ambiente giusto per la crescita di rigogliosi vigneti, per realizzare un prodotto che regala straordinarie sensazioni organolettiche. I vini prodotti nella zona di Atri sono eccezionali, capaci di sorprendere qualsiasi palato, perché mescolano l’antica sapienza dei nonni e la voglia delle nuove generazioni di creare qualcosa di esclusivo e raro. Non a caso in quest’area si trovano numerosi prodotti DOC, DOCG e IGT.

Le aree vitivinicole della campagna romana

Sin dai tempi dell’Antica Roma, la città veniva rifornita di grossi quantitativi di uva e di vino.

Un approccio che nei secoli successivi ha spesso favorito la diffusione di vini leggeri e “beverini” e frenato la selezione delle uve di qualità e quindi la produzione di vini più ricercati. Ma il Lazio è oggi una realtà in crescita, protagonista di uno sviluppo anche qualitativo nella coltivazione e la cura di una settantina di vitigni, in particolare Malvasia, Trebbiano (o Procanico), Cesanese di Affile, Bombino bianco e nero e Aleatico. Grazie alla passione e agli investimenti di centinaia di cantine che hanno portato anche l’export fino ad una crescita a due cifre, siamo in grado di trovare, un po’ in tutto il territorio regionale, prodotti di ottima qualità.
Il Lazio vanta 3 zone Docg (Cesanese del Piglio, Frascati Superiore e Cannellino di Frascati), 27 aree Doc e 6 Igt che, sostanzialmente, si concentrano nei terreni vulcanici dei cosiddetti Castelli Romani e dintorni, nell’area sabina e nell’Alta Tuscia viterbese, ma anche nella provincia di Latina e in quella di Frosinone, dove aumentano le realtà in grado di mettere sul mercato prodotti interessanti.
Tra i vini più noti e riconosciuti della regione, al di fuori della provincia romana, ce ne sono alcuni che meritano una particolare attenzione, come quelli a base di Cesanese nell’area Docg “Piglio”, in provincia di Frosinone o i vini di Montefiascone. E ancora i vini dolci come l’“Aleatico di Gradoli”, storico passito ma anche aromatico vino del viterbese, e il riscoperto “Moscato di Terracina”, nell’area del Circeo.

La regola “Centorame”: solo uve autoctone e in purezza

Un contesto ambientale e storico suggestivo

Sono le splendide colline teramane ad ospitare l’azienda vinicola “Centorame”. Quella di Lamberto Vannucci è una realtà di assoluta eccellenza, nata dalla passione familiare alla fine degli anni ’80 in un contesto ambientale di rara bellezza. Stiamo parlando della Riserva Naturale dei Calanchi di Atri, i suggestivi solchi dovuti all’erosione dei terreni argillosi che sono anche oasi Wwf. Terreni vocati per la produzione vinicola, alla quale sono in grado di conferire un notevole ventaglio aromatico. E poi Atri, l’antica Hatria romana anche se già nota in periodo etrusco, successivamente importante ducato e oggi è una delle più significative città d’arte italiane, con uno spettacolo unico di chiese e palazzi.

Colline teramane da scoprire

Se non siete mai andati in viaggio nella provincia di Teramo è ora di cominciare a programmarlo. Si tratta infatti di un luogo ricco di paesaggi magnifici, di borghi e paesini medievali immersi nel verde abruzzese tra pievi, abbazie, chiese romaniche e altre attrazioni di grande valore storico e culturale. Basti pensare ad Atri, l’antica Hatria romana, terra di origine della famiglia dell’imperatore romano Adriano. Ma Atri era nota già in periodo etrusco, quindi romano e successivamente diventata un importante ducato. E oggi è una delle più significative città d’arte italiane, caratterizzata da un centro storico ricco di chiese e palazzi, a cui affiancare una straordinaria panoramica sul mare e sui calanchi. Questi suggestivi solchi dovuti all’erosione dei terreni argillosi vengono tutelati all’interno della nota Riserva Naturale dei Calanchi di Atri istituita nel 1995, poi anche Oasi Wwf dal 1999. Spostandosi nel territorio provinciale si possono visitare Civitella del Tronto, famosa per l’artigianato e la gastronomia locale, Castelli, nota per le maioliche dipinte. Oppure salendo un po’ si arriva a Prati di Tivo, dove ci si immerge nel Parco Nazionale del Gran Sasso. Ma di luoghi da scoprire ce ne sono davvero tanti.

Quando i vini costano come una vacanza, a volte da sogno

I grandi vini non sono mai costati poco ma in certi casi possono raggiungere prezzi pari a quelli di una vacanza da centinaia o migliaia di euro. Persino da decine di migliaia di euro e, allora, la vacanza diventa decisamente da sogno. Ma l’acquisto di una bottiglia di vino rara, perché di una particolare annata, di una serie speciale, magari risalente a varie decine o persino centinaia di anni fa e possibilmente appartenuta a grandi personaggi storici, può rappresentare sia un investimento che uno status symbol per collezionisti.

Per non parlare delle vere e proprie pazzie, come quella legata al vino venduto recentemente ad un’asta di beneficenza a New Orleans, dove un misterioso collezionista del Mississipi, insieme ad alcuni amici, avrebbe pagato 350mila dollari (circa 300mila euro) per una bottiglia di Cabernet Sauvignon californiano del 2015. Però il mercato dei vini più costosi esiste e sembra far sognare in tanti.