Il vino “vegan” vede la Toscana protagonista
Nonostante l’ultimissimo Rapporto Eurispes abbia certificato un drastico calo del cosiddetto “trend” vegano, dopo il boom verificatosi nel 2016, i vegani rappresentano comunque un mercato di nicchia; un mercato che esiste ed esiste anche nel vino; e che vale alcuni milioni di euro.
In particolare la Toscana ha negli anni scorsi registrato alcune aziende che hanno deciso di buttarsi nel mondo VeganOk (certificazione che riguarda oltre 1000 aziende agroalimentari in Italia e decine di migliaia di prodotti). E lo ha fatto al fianco di Veneto, Abruzzo, Piemonte e Marche.
Quasi la metà delle aziende certificate “VeganOk” si distinguono per il ricorso diffuso a tecniche di coltivazione e lavorazione poco invasive, quindi caratterizzate da metodi naturali, biologici o biodinamici. Il disciplinare “vegan” è del resto molto chiaro, vietando il ricorso a prodotti di origine animale per la chiarificazione e la stabilizzazione del vino (caseina, albumina, gelatine), come per l’uso di colle, inchiostri e lubrificanti nella fase di etichettatura e confezionamento delle bottiglie.