Il pane più buono. Ecco dove mangiarlo
Il pane c’è da quando c’è l’uomo. Lo conosciamo veramente da sempre, almeno quanto l’agricoltura. La cottura di farine derivate dai cereali è stata da sempre l’arte alla base dell’alimentazione umana, passando dalle varie civiltà occidentali e mediorientali, da quella egizia, a quelle greca e romana. Poi nel Rinascimento la rivoluzione dei lieviti, quindi le battaglie per il sale e il prezzo delle farine e, nel tempo, l’arrivo di altri ingredienti aggiuntivi come l’olio, il burro, le erbe aromatiche. Siamo andati avanti con l’affinamento delle farine, la meccanizzazione rappresentata dalle impastatrici, fino alla società ipertecnologica attuale che, però, finisce per riscoprire i grani antichi e la lievitazione naturale; una società che consuma sempre meno pane ma che cerca l’eccellenza. E sono decine di migliaia i forni artigianali in Italia, Paese che ha una lunga tradizione nella preparazione del pane.
Quando pensiamo al pane pensiamo a quelli più diffusi, dalle gustose rosette e ciriole romane alle michette milanesi, dalle diverse tipologie di pagnotte e filoni sparsi lungo la Penisola come il delicato pane di grano tenero casareccio napoletano o quello comunemente chiamato “tipo pugliese”, per arrivare fino (sigh) ai diffusissimi precotti e surgelati presenti nei vari ipermercati. Ma anche nel campo del pane esiste la tipicità, il marchio di garanzia che indica la selezione e la tradizione di un’arte e di una terra. E noi vogliamo fare un viaggio tra questi prodotti riconosciuti e certificati.