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I cibi tipici e le ricette della Alta Marca trevigiana: fra sapori e profumi unici

Formaggi e salumi serviti con ottimo prosecco, lo spiedo, i germogli e i funghi: un viaggio straordinario attraverso le ricette, i prodotti e i piatti dell’Alta Marca trevigiana.

Teatro di grandi avvenimenti storici e luogo dai paesaggi mozzafiato, l’Alta Marca trevigiana è un luogo incantevole, ricco di bellezze e di magia. Qui nascono piccoli e grandi capolavori culinari, con prodotti tipici che accarezzano l’anima oltre che il palato e prodotti enogastronomici unici al mondo.

Funghi, castagne, germogli ed erbe spontanee: la bellezza della Natura

In autunno, accompagnate da un buon bicchiere di vino o di prosecco, si possono assaporare le castagne, ma soprattutto i marroni: grandi, pregiati e dal gusto intenso. Nella stessa stagione questa terra florida regala i funghi, diffusi maggiormente nelle zone pedemontane. In queste aree dell’Alta Marca trevigiana si possono trovare i brisot, dei porcini con un sapore squisito, da servire crudi e affettati oppure fritti, in umido o trifolati. L’ideale per condire un primo a base di riso o pasta. Da provare anche i ciodet, dei funghi che devono il loro curioso nome alla somiglianza con una capocchietta di chiodo.

Da queste terre verdi e ricche di storia è partita una rivoluzione o, per meglio dire, un “ritorno alle origini”, grazie al foraging, la pratica di raccogliere e utilizzare per le proprie ricette le erbe spontanee. Un’attività che ha conquistato gli chef stellati e i ristoranti di tutto il mondo. Si tratta di una tradizione antichissima dell’Alta Marca trevigiana, tramandata dal Medioevo. Risalente al periodo del Monachesimo, oggi l’uso di portare in cucina le erbe, trovate nel sottobosco o nei prati, è molto diffuso. La cucina locale, non a caso, propone piatti che prevedono rosoline, Dente di Leone o radicio de camp. Ingredienti semplici, ma dal sapore unico, per preparare minestre, frittate, pasticci e zuppe.

Non solo erbe spontanee, altresì i germogli fanno parte della tradizione dell’Alta Marca trevigiana. Hanno l’aspetto di giovani asparagi e vengono utilizzati nella cucina popolare. I più famosi e ricercati sono i buscandoi, dei teneri germogli di Luppolo dal gusto amaro e aromatico, che si possono raccogliere lungo le siepi o in collina. Da provare pure i rustegot, dei germogli primaverili del pungitopo oppure la sparasina, la Spirca dei boschi denominata Barba di capra.

Vino e Luna: come le fasi Lunari influenzano la vendemmia e l’imbottigliamento

Magica e preziosa, da millenni la Luna influenza, con le sue fasi, le attività agricole e rurali. Lo sanno bene gli esperti di agricoltura biodinamica che, per creare vini di alta qualità, si rifanno al passato, tornando a seguire il ritmo della natura e le antiche tradizioni tramandate di padre in figlio. 

Vino e Luna: fra leggenda e grandi verità, dal passato sino all’agricoltura biodinamica

Fra superstizione e scienza, le fasi Lunari hanno guidato da sempre l’uomo, accompagnandolo e guidandolo soprattutto nella coltivazione della vite. I nostri bisnonni curavano le piante seguendo alcune semplici regole, trasmesse da una generazione all’altra come proverbi e filastrocche. “Chi pota a gennaio, pota al grappolaio” perché una vite potata in questo periodo porta molto più frutto, ma anche “Chi nel marzo non pota la sua vigna perde la vendemmia”. 

Sarah Dei Tos: La vigna di Sarah e il suo prosecco biologico tendente al “Biodinamico”

Pendii verdi accarezzati dal sole, punteggiati da chiese, abbazie e antichi castelli: è fra le colline del Veneto che viene creato il Prosecco, un vino che affonda le sue radici in una terra ricca di bellezza e fascino.

La storia di questa regione si intreccia a doppio filo con quella di un vino prodotto sin dall’antichità quando, alla fine del V secolo, il celebre vescovo Poitiers definì le colline di Valdobbiadene “la terra dove le viti fioriscono sempre”.

Le influenze della Luna nel Vino

La Vigna di Sarah è da sempre legata alla Luna, a partire dal sito dei vigneti per arrivare alla vendemmia notturna.

Le Luna e la Terra, un binomio indissolubile, influenze dell’una sull’altra studiate dalla preistoria. Che cosa accomuna le maree, le fasi vegetative delle piante, il ciclo ormonale femminile o le nascite? La Luna, che ne detta il tempo scandendone le fasi.
Che si guardi all’oroscopo, alle quadrature stellari o alle usanze dei nonni, poco importa: da sempre la vita sulla terra ha ben tenuto in considerazione le fasi lunari in svariati ambiti, primo fra tutti l’agricoltura. La viticoltura e la vinificazione non fanno di certo eccezione!
Un esempio a noi vicino è la tradizione del Prosecco col fondo che narra che il momento migliore per imbottigliare questo vino sia nella prima settimana dopo Pasqua, con luna calante. Si dice che questa fase lunare primaverile sia la più adatta per vini freschi e dagli aromi floreali.

“La Vigna di Sarah” e il suo mondo, dove si può anche dormire in una botte

Sono tante le parole chiave che esprimono l’idea alla base della filosofia aziendale de “La Vigna di Sarah”, aperta nel 2010 sulle colline intorno a Vittorio Veneto, città simbolo della controffensiva italiana sul Piave alla fine della Prima Guerra Mondiale.

La prima parola non può che essere “Prosecco”: questa cantina produce infatti solo bottiglie di questa tipologia di vino. Segue “Valdobbiadene”, il nome dell’area storica e più vocata alla coltivazione dell’uva Glera, che da queste parti vinificano fin dall’inizio del XIX secolo. E poi “biologico”, considerando la scelta aziendale compiuta per tutti i 16 ettari; scelta che esprime al meglio il concetto che questa giovane realtà ha della selezione e della qualità. E ancora la “passione” e l’“originalità”, parole di cui spesso si abusa ma che in questo caso ci spingono indiscutibilmente verso l’ultimo riferimento chiave che, naturalmente, è proprio “Sarah”.