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Gli etruschi e il vino

Chilometri di spiagge, acque cristalline e una tradizione millenaria legata al vino: la costa degli Etruschi è tutto questo e molto altro, un mix di cultura, storia e bellezze naturali che tolgono il fiato. Il litorale toscano e l’Isola d’Elba sono il luogo in cui gli antichi popoli coltivavano l’uva e producevano un ottimo vino di cui ancora oggi viene preservato il segreto.

Pochi lo sanno, ma la storia del vino inizia proprio con gli Etruschi e, in parte, in Italia, dove questo antico popolo iniziò a produrre uve, mescolandole sapientemente. Vigne basse, senza sostegni, con tralci che si piegavano a terra consentivano di creare una bevanda dal gusto intenso e corposo, molto diversa da quella che conosciamo oggi. Con il tempo la produzione vitivinicola si è evoluta in queste zone, ma sempre nel rispetto della tradizione e di quel passato che non si dimentica.

Lamberto Vannucci: l’espressione del Montepulciano nel territorio di Atri fra storia, cultura e arti millenarie

Sapori intensi, una tradizione millenaria e una cultura tutta da scoprire, il territorio di Atri è un luogo magico, in cui la storia degli uomini si mescola inevitabilmente con quella dei vigneti che sorgono sulle colline. In questa striscia di terra, fra il maestoso Gran Sasso e le coste dell’Adriatico, è racchiuso un mondo fatto di amore e passione per la produzione del vino.

La cultura del vino e le arti millenarie nel territorio di Atri

Le colline teramane, con il loro microclima e la composizione particolare del terreno, offrono l’ambiente giusto per la crescita di rigogliosi vigneti, per realizzare un prodotto che regala straordinarie sensazioni organolettiche. I vini prodotti nella zona di Atri sono eccezionali, capaci di sorprendere qualsiasi palato, perché mescolano l’antica sapienza dei nonni e la voglia delle nuove generazioni di creare qualcosa di esclusivo e raro. Non a caso in quest’area si trovano numerosi prodotti DOC, DOCG e IGT.

Lorenzo e Luca Scotto: la storia della maremma attraverso l’azienda vitivinicola Santa Lucia, in mezzo alla natura e all’arte

Una terra selvaggia e magica, ricca di storia e paesaggi unici: lungo la costa della Toscana si estende un territorio incontaminato denominato Maremma. Immaginate una catena di colline accarezzate dal vento che degradano verso il mare, con spiagge sabbiose, ripide scogliere e zone umide, circondate da pascoli e foreste.

Maremma: bella e selvaggia, come i suoi vini

Il nome latino di questo luogo identifica il legame fortissimo con il mare, che conferisce un gusto unico ai vini che vengono prodotti in questa zona d’Italia. La Maremma è rinomata non solo per i suoi panorami mozzafiato, ma anche per una produzione vitivinicola che si comincia ad apprezzare in tutto il mondo.

Il clima ventilato e soleggiato, il suolo fertile, con sabbia, limo e argille, rendono la Maremma il luogo ideale in cui creare prodotti unici, in grado di conquistare al primo assaggio. Una terra che rimane nel cuore e che è impossibile da dimenticare, grazie alla sua capacità di mescolare cultura, storia, bellezze naturali e prodotti enogastronomici d’eccellenza.

Sarah Dei Tos: La vigna di Sarah e il suo prosecco biologico tendente al “Biodinamico”

Pendii verdi accarezzati dal sole, punteggiati da chiese, abbazie e antichi castelli: è fra le colline del Veneto che viene creato il Prosecco, un vino che affonda le sue radici in una terra ricca di bellezza e fascino.

La storia di questa regione si intreccia a doppio filo con quella di un vino prodotto sin dall’antichità quando, alla fine del V secolo, il celebre vescovo Poitiers definì le colline di Valdobbiadene “la terra dove le viti fioriscono sempre”.

Birre trappiste: ce ne sono solo dodici al mondo e una la producono a Roma

La birra ha origini antiche che vanno dagli Egizi ai Celti, passando per i Greci e i Romani. Se i monaci Benedettini hanno salvato la vite e la viticoltura nel Medioevo, quelli Trappisti (Cistercensi di stretta osservanza ispirati comunque alla regola benedettina) hanno salvaguardato e migliorato la cultura produttiva della birra. Ancora oggi quella prodotta nei loro monasteri è tra le più pregiate al mondo e, infatti, sono solo 12 le birre che si possono fregiare del marchio “trappista”.

Si concentrano soprattutto in Belgio, paese dalla grande tradizione di birre eccellenti, dove quelle “monastiche” sono ben sei (Westvleteren, Westmalle, Achel, Rochefort, Orval e Chimay), mentre ce ne sono sono due in Olanda (Zundert e La Trappe). Infine ne vantano una rispettivamente gli Stati Uniti (Spencer, nel Massachusetts), l’Austria (Engelszell), la Francia (Monts des Cats, nelle Fiandre Francesi) e anche l’Italia (Abbazia delle Tre Fontane, a Roma).