Soggiorno a Cremona: la città di Stradivari e delle tre “T”
Cremona si autodefinisce la città delle tre “T”: Turòon, Turàs e Tetàss, vale a dire Torrone, Torrazzo e … Tettone. Del resto qui, forse non a caso, è nato Ugo Tognazzi, grande attore, noto buongustaio e cultore della bellezza femminile. E dentro e fuori la città ce ne sono tante di cose interessanti. Da sempre e da molte parti qualcuno si considera “il primo” anche per i violini o per il torrone ma, per entrambe le cose, Cremona è di certo un simbolo.
Lungo le rive del Po Cremona è stata snodo strategico per il commercio e un riferimento per la cultura e per le arti, fin dall’epoca dall’Antica Roma. Prima bizantina e poi longobarda, divenne un florido comune nel XII e XIII secolo, quindi porto fluviale di Milano e poi temporaneamente sotto il controllo veneziano a cavallo tra il ‘400 e il ‘500. Si impoverì durante il successivo dominio spagnolo e dal XVIII secolo fino all’Unità d’Italia fu invece asburgica. Fin dal ‘500 venne comunque considerata la capitale dei liutai, a partire dall’artigiano Andrea Amati e, nel secolo successivo, con la famiglia Guarneri e poi Stradivari, che hanno sancito la storia della cosiddetta “città della musica”. L’arte liutaria è oggi Patrimonio Unesco dell’Umanità.
Un percorso denso di eventi, uomini e realizzazioni che oggi caratterizzano l’identità locale. La suggestiva Piazza del Comune ospita il complesso del Duomo, che ha subito molte modifiche nei secoli e che comprende il Battistero ottagonale alto 34 metri e il campanile, il cosiddetto “Torrazzo di Cremona”, con i suoi 112 metri il secondo in Italia per altezza. E poi la “Loggia dei Militi” (XIII secolo), storico luogo di riunione dei potenti. Ma un po’ tutta la città è ricca di magnifici palazzi e di bellissime chiese. Non può inoltre mancare una visita al “Museo del Violino”, con la preziosa collezione Stradivari, seguita da una passeggiata tra i laboratori artigianali cittadini.
Un menù completo e tanti formaggi e insaccati
In tutta la Pianura Padana si mangia benissimo e quindi anche a Cremona. Solo considerando i prodotti Dop e Igp, ci troviamo di fronte a parecchie eccellenze, in particolare formaggi e insaccati. Nel primo caso sono originari di queste terre il Provolone della Valpadana (Dop dal 1996) come il Salva Cremasco (Dop dal 2011), una sorta di stracchino stagionato, consumato da secoli nelle pianure lombarde. Ma si può utilizzare la denominazione di origine anche su altri Dop come il Taleggio, il Quartirolo Lombardo e il Grana Padano. Nel Cremonese ci sono grandi caseifici molto noti in tutta Italia come “Auricchio” o “Latteria Soresina” ma è interessante anche la produzione del Caseificio “Carioni”, dal 1920 a Trescore Cremasco dove, oltre al Salva, si vanta una bella selezione di formaggi regionali.
Nel caso degli insaccati va invece assaggiato lo squisito Salame Cremona (Igp dal 2007 e con un areale vastissimo che tocca più regioni) ma non solo. Infatti la provincia fa parte delle Igp Coppa di Parma, Cotechino e Zampone di Modena e Mortadella, come della Dop Salame Brianza. Da oltre 30 anni “Cascina Ca’ dell’Ora” a Malagnino, a 10 km dal capoluogo, produce salami locali di ogni tipo.
Dunque eccellenti formaggi e salumi rappresentano la norma in città. Ma ai tavoli di un buon ristorante, come ad esempio a quelli della “Antica Locanda Il Bissone”, ci si può trovare per primo piatto i Marubini ai Tre Brodi (ravioli di carne con brodi di gallina, manzo e maiale) e per secondo il Gran Bollito Cremonese (cinque tagli di carni lessate tra cui il padano Salame da pentola). Il tutto accompagnato dalla tradizionale mostarda artigianale, sia dolce, che in versione piccante. Oppure il cosiddetto Cotechino Vaniglia, chiamato cosi per la sua dolcezza e delicatezza senza nessuna aggiunta della spezia alla quale il nome si ispira; viene considerato “cremonese” solo “fin dove si sentono suonare le campane del Duomo“. E per chiudere ogni pasto che si rispetti c’è sempre il dolce, quindi a Natale (ma non solo) si può gustare il tradizionale e famoso Torrone di Cremona, acquistabile in tutte le pasticcerie e protagonista già a novembre di una grande festa cittadina.
Per quanto riguarda i vini, quella di Cremona non è certo tra le aree vitivinicole più significative ma è possibile gustare numerosi prodotti delle vicine province lombarde (Brescia e Mantova) ed emiliane (Piacenza e Parma); si va dagli spumanti della Franciacorta al Gutturnio dei Colli Piacentini, passando per il Lambrusco Mantovano.